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Scrivere una poesia, un piccolo pensiero, un racconto.
Scrivere: momento di introspezione che ti porta a leggere nel
tuo inconscio paure, speranze, incertezze, insicurezze che non
sapevi di avere perché sepolte da pensieri, fatti e dolori. Lo
scrivere poesie ti costringe, ti forza a rimuovere incrostazioni
pesanti; ti consiglia un agire diverso. Il dolore che ancora
non hai metabolizzato, il dolore di certi ricordi ancora troppo
recenti che continuano a ferirti. Il dolore inespresso che ti fa
male e che non riesci a trasformare in ricordo; il dolore
inespresso che solo il tempo potrà elaborare e rendere meno
pungente, stemperandone la portata negativa e mitigandone
l'incessante, ferale esistere. La poesia come intensa medicina,
come esame di coscienza che ti permetta di aprirti al mondo,
iniziando a condividere il tuo dolore per far sí che - una volta
condiviso - il suo pesante fardello pian piano divenga sempre
piú blando e si trasformi in ricordo, triste ma comunque
momento di vita e di crescita. Allora e solo allora potrai
metabolizzarlo per superarlo e porlo dentro lo zaino del tuo
vissuto (la nota introduttiva dell'autore).
Celestino Pio Casula |
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