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L'Italia bigotta e oppressiva dei primi anni
sessanta del secolo scorso vede il
protagonista - poco piú che bambino -
misurarsi coi prepotenti istinti di una
sessualità fortemente condizionata dal
senso del peccato, scaturigine di un gusto
della trasgressione che quasi punta al
delirio. Si scoprirà però impotente
quando, di fronte all'oggetto del
desiderio, apparirà difficile coniugare
poesia e libidine. Ogni sforzo verrà
vanificato dalle circostanze ostili. Intorno
si muovono "gli altri" con le loro verità
sussurrate o sostenute in modo arrogante.
Costante il pensiero della morte
violentemente contrapposta alla selvaggia
bellezza della natura e del paesaggio,
fertili di una vitalità che male si accorda
con le vicende umane.
Lucio Caratozzolo Tommaso Jardella |
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