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Sembra proprio che il poeta abbia una quota di
energia emotiva che - non trovando collocazione
nelle altre esperienze della sua esistenza - deve
necessariamente riversarsi sulla pagina in forma
di versi. E in questo senso la poesia è anche (e
forse maggiormente) il luogo delle inquietudini e
delle ombre dell'anima. Per questo,
innegabilmente, la poesia ha sia una funzione
catartica (intesa come liberazione espressiva
delle emozioni) che una funzione terapeutica
(rispetto a blocchi e ferite interiori) non solo per
chi la scrive ma anche per chi la legge. Tra i
poeti molti, se non tutti (e sicuramente
moltissimi di coloro il cui nome rimane
indelebile), ci appaiono come anime sensibili,
inquiete e tormentate. Anche da questo punto di
vista Daniele Guiggi è un poeta. Ho avuto
l'opportunità di seguire da vicino il suo
percorso interiore: ho visto la sua coscienza
procedere ed evolvere attraverso inciampi, salti,
passaggi stretti e anche porte del fuoco. Sotto i
suoi versi - cosí umili e potenti, autentici e
semplicemente belli - c'è la storia di un giovane
uomo intelligente, sensibile, inquieto e
tormentato che ha scelto, anche pagando
qualche prezzo, di "essere in sentire" (dalla
prefazione di Gian Paolo Del Bianco).
Daniele Guiggi |
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