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Un giorno gli storici
del futuro, studiando
gli strani avvenimenti
di questi tempi,
ascolteranno la
conversazione di una
giovane che da
cattolica si fa
musulmana e fugge in
Siria alla ricerca della
felicità e si
chiederanno perché
tanti come lei
preferiscano una terra
aspra e difficile
mentre molti di piú
scappino proprio da
quella situazione. A
prima vista sembra
incomprensibile che
l'occidente sia il
miraggio di masse di
profughi e
contemporaneamente
il nemico da cui
fuggire, da odiare e da
distruggere. La
risposta è in un
concetto
semplicissimo: tutti
scappano da
qualcosa. È la fuga
la costante che
unisce questa gente
disperata (l'incipit
dell'editoriale di
Igino Canestri). |
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