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La poesia deve liberarsi dalla prigione della sua celebrazione sentimentale e scendere nelle strade per sollevare la polvere e divenire il possibile respiro di altri mondi qui e ora. Non deve essere una innocua sembianza che colora un vuoto d'amore o una facile, stupida allegria. Federico Garcia Lorca, prima d'essere fucilato alla Fontana delle lacrime di Viznar, scriveva: "La poesia non cerca seguaci, cerca amanti". Che la pista tracciata dal gruppo sia un interessante vibrare della materia che hanno dentro uomini e donne, un infuocato scorrere di energia che non deve impaludarsi o trasformarsi in un po' di assenso a chi si bea o dispera della vita senza tentare di cambiarla veramente. Il linguaggio è un ponte sospeso fra noi e gli altri, fra il presente e altri futuri possibili. Che sia questa la strada di un reale cambiamento o sia solo un lamento lunare? È forse uno scarabocchio di vita? (la conclusione della nota introduttiva di Alessandro Scarpellini).
Il Tirreno (Empoli, Pontedera) 01.05.2016 presentazione a cura dell'associazione culturale Lapis: "Poesie scritte a lapis"
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