Ci risiamo, in una lotta gli uni contro gli altri "disarmati". Gli uni, quelli che fanno politica. Vorrebbero descrivere il loro mondo ideale, ma non possono: ci sono gli avversari, c'è la realtà sempre diversa da come la vedono loro, i conti che non tornano mai, e poi il fastidio delle domande, la fatica di dover spiegare cose che non possono dire. Gli altri, quelli che vorrebbero sapere. Ma per quanto il comune cittadino cerchi, ascolti, si arrabatti tra mille programmi tv, legga o corra sulle onde di internet, la domanda rimane lí, disarmante: come stanno veramente le cose? Assistendo ad una lotta cosí sconclusionata verrebbe la voglia di andare lontano, oltre le nuvole ad osservare la terra. Lassú arriverebbe da ogni parte un continuo scialare di affermazioni: giorno e notte facce e programmi che si azzuffano, si contorcono, si avvinghiano, non importa della logica e del buon senso, l'importante è essere lí dentro quella matassa sperando di avere il filo buono per dipanare il gomitolo a proprio favore. Succede con i politici, certo, ma accade anche al mercato, al bar, nelle riunioni di condominio, e su su, verso confronti piú impegnativi, in famiglia, a scuola, nelle discussioni religiose, insomma dove ci siano due contendenti che cercano una supremazia. Lassú, seduti comodamente su una nuvola, si potrebbe procedere a ritroso per secoli, e l'impressione sarebbe sempre la stessa: gli uni contro gli altri "disarmati". (l'incipit dell'editoriale di Igino Canestri).
Igino Canestri Mario Spezi |