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Purtroppo spesso il percorso della nostra esistenza è come una regata controvento. Lunga miglia e miglia di dolore. L'importante però è navigare evitando gli scogli in mezzo al mare.
C'è tristezza nel mondo, nei volti, negli occhi, nei gesti. In tutto. L'aria che si respira è veramente pesante, subdola, provoca incertezze, dolori a volte insuperabili. Molte prove ci attendono. Nessuno si senta escluso: piú o meno nuotiamo tutti nello stesso mare agitato. Sento, vedo, percepisco ciò che attorno a noi aleggia: un dolore psicologico che colpisce tutte le persone, di tutti i ceti e di tutte le età. Questo mondo viaggia veloce e spesso non riusciamo a stare al passo. Sparire: una parola che purtroppo spesso si materializza in un suicidio, in un incidente, in un male incurabile. Menti favolose che si perdono, magari dietro a qualcuno che non li capirà mai, non li apprezzerà, non li amerà. Già, l'amore: il motore della nostra vita, il sale della nostra vita, la benzina per quel nostro cuore troppo spesso trafitto, ferito, tradito, umiliato. Un sanguinamento cosí abbondante e lento - ma inesorabile - che porta solo in una direzione. E basta un niente per provocare una ferita incancellabile nell'anima. E allora non ci rimane altro che trovare qualcosa o qualcuno per cui valga la pena tirare avanti questa vita - per certi sacra, per altri maledetta - imparando sulla nostra pelle che siamo soli sempre. Anche tra milioni di persone. Io vivo nel dolore (dalla premessa dell'autore).
Mauro Vannozzi
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