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Un diario di bordo. La storia di un viaggio scritta in prima persona: perché si rifà ad un viaggio che ho fatto realmente e perché raccontare in prima persona mi piace di piú. Quindi Jona sono io, un po' sí e un po' no. Perché è stato bello aggiungere della fantasia. L'estate del 1972, sull'onda dei ricordi, descritta con tanti particolari. Primo fra tutti la musica: canzoni di quel momento o scaturite dal decennio precedente che fecero da colonna sonora a tutta la spedizione. Uno spaccato dell'epoca. Un momento magico ed irripetibile. Una storia che somiglia alle storie di tanti ragazzi di allora, che andavano alla scoperta del mondo per divertirsi. Vera, semplice, senza enfasi, priva di forzature ed artifizi. Un racconto che parla di amici e di amicizia, di esperienze e di emozioni. Di incontri e di qualche scontro. Per Jona si tratta di una continua "iniziazione", attraverso un territorio vasto e diviso in due. Chilometri su chilometri macinati da piloti impareggiabili e da due automobili che oggi, ormai, appartengono al mito (nota dell'autore).
Alemanno Franchi
Il Tirreno (Lucca) 19.09.2012 Il libro di Alemanno Franci
La Nazione (Lucca) 18.09.2012 Viaggio in Europa (in 500)
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