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copertina libro Peter Genito
Dal buio al cuore

Poesie e pensieri
1999-2011

Prefazione di Roberto Carnero, Francesca Tini Brunozzi, copertina di Glauco Dal Pino, 2011, pagine 88, euro 10, I.S.B.N. 88-471-0502-7
Collana Vianesca/Poesia e narrativa
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Il libro che state per leggere è una raccolta piuttosto composita, sia sotto il profilo stilistico sia sotto quello tematico. La poetica di Peter non sembra infatti riconducibile a una forma espressiva unitaria: ci sono le assonanze in rima baciata, che richiamano la tradizione dell'ottava rima, ma anche gli accumuli linguistici dei poeti del Gruppo 63 e in particolare di Edoardo Sanguineti nonché di Nanni Balestrini e Antonio Porta. E sono presenti anche componimenti maggiormente narrativi: sono quelli piú prossimi a tematiche esistenziali e amorose declinate in chiave autobiografica. I suoi versi sono pieni di pathos ma mai patetici, sentimentalistici o - peggio ancora - intimistici. Quelli piú belli hanno il ritmo della battaglia, e sono rivolti allo stomaco prima che al cuore. Altri, pure riusciti, hanno la levità del gioco e dello scherzo, basati come sono su bisticci ed equivoci semantici. Seppure abilmente dissimulate, molte - forse troppe per esser citate in modo esaustivo - le letture di cui si trovano tracce. In ordine sparso (tra filosofi, scrittori e poeti), potremmo citare Guido Ceronetti e Manlio Sgalambro, Andrea Zanzotto e Pier Paolo Pasolini, ma anche Emil Cioran, Albert Camus, i futuristi e - indietro nel tempo - persino John Donne. Ai lettori piú attenti e colti il gusto di individuare tutti i riferimenti (dalla nota di Roberto Carnero).
La poesia di Peter Genito viaggia su un treno attraversando il territorio italiano; quando raggiunge la città il treno è rosso e fiammante. Dalla porta automatica scende il poeta con Borsalino sulle 23 e pastrano nero: si nasconde e si rivela al contempo, guardando senza essere visto le caviglie svelte delle viaggiatrici. Apre un ombrello, anch'esso nero, a difendersi dalle intemperie, mentre ride silenzioso perché sa che il sole splende (di Serena Botti).
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Glauco Dal Pino
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