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copertina libro Paolo Dal Pino
Coriandoli dimenticati

I migliori non protagonisti del Carnevale di Viareggio

Illustrazioni di Paolo Dal Pino, copertina di Paolo Dal Pino, postfazione di Glauco Dal Pino, contributi di Francesco Del Carlo, Carlo Alberto Di Grazia, 2010, pagine 80, euro 9, I.S.B.N. 88-471-0396-6
Collana Sos/Storia o storie
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Caro Paolo (caro papà, mi sarebbe sembrato un po' eccessivo!), quando mi hai chiesto di scrivere qualcosa per il tuo nuovo libro, un po' me l'aspettavo e un po' sono rimasto sorpreso: con te non si può mai dire! Tutti coloro che ci conoscono sanno che ognuno di noi due, a suo modo, ama il paradosso e una certa ironia acre e sarcastica, per cui non mi sottraggo a questo tuo invito. Essendo io il piú preparato conoscitore del Carnevale di Viareggio tuttora vivente, e qui tu dirai: "Dopo di me!", plaudo alla tua idea di raccontare il mondo ormai dimenticato di quella stupenda macchina artigianale delle emozioni e della follia che sono stati i baracconi. Dico "sono stati" perché da un po' di tempo non lo sono piú. L'efficientismo, l'impresa, l'abnorme florilegio di norme e regole che ha affogato la manifestazione la ha in buona parte soffocata e solo alcuni scampoli di fellinismo riescono ancora ad affiorare a fatica. Non c'è una colpa ovviamente a tutto questo, ma tant'è. C'è stato un Carnevale che osservava la realtà e la riproduceva meravigliato o la contestava arrabbiato; poi è venuto un Carnevale che guarda se stesso e si riproduce come un lavoro quotidiano a "fini alimentari". C'è ormai un Carnevale che sbraita frasi volgari in Passeggiata, dimentico della lezione di Brunello Romani; c'è un Carnevale che non ricorda chi ha dato tutte le sue semplici forze e la sua creatività, se non è scritto su un documento ufficiale. Tu ne rammenti tante di queste persone cadute nell'oblio: il titolo Coriandoli dimenticati è bellissimo! Ogni trascurabile "coriandolo" contribuisce a fare Carnevale. Ed altri nomi voglio scrivere io qui per te: Arturone, che non voleva prendessi i chiodi anche se storti; Vasco della giostra; l'infermiere; il postino dell'Armanda, il povero Pau. Egisto, che mosse la mano del Pierrot; Loritte detto Tre. Davino, che si faceva la barba sul motorino perché non era un "pumidoro" come noialtri. Il Moro, che inchiodò il braccio di Berlinguer costruito da Nilo, e il Morino. Pierella e Pennellone, che richiamavano a rutti il "Maestrissimo" Arnaldo alle 8 del mattino. Mirko. Valeriano, figlio del grande Alfredo Pardini, che modellava e pitturava tutto il carro diretto dal Baroni e poi da Menghino. I Moschini. Duchilio. Il Ciaba, Aurelio. Paino… Concludo nel modo che piú ti piace, citando e aggiustandomi un po' una canzone di Carnevale, a tal proposito molto significativa, scritta da Egisto Malfatti: Non di certo che ciò che è cambiato/ sia del tutto del tutto sbagliato/ ch'io non venga tacciato d'ingrato/ … e beato ricordo i bei dí (dalla postfazione di Glauco Dal Pino).
Biografia e libri di
Paolo Dal Pino
Glauco Dal Pino
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