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Il ricordo e la devozione verso il padre, per certi aspetti conosciuto solo in punto di morte, costituisce il punto di riferimento della protagonista del racconto, il cui filo conduttore è l'esaltazione del volontariato e di tutti gli individui di ogni età e ceto sociale che ne fanno parte. Il romanzo narra la storia del periodo critico vissuto da una famiglia in seguito a uno dei piú comuni momenti di dolore e quindi le angosce che i suoi componenti devono superare quando si sentono con l'acqua alla gola. Uno di questi cerca di ribellarsi perché ne ha la possibilità, in parte insita nel suo carattere ma anche guidata da fattori esterni, mentre l'altro si lascia ingoiare passivamente dalla realtà che lo circonda. Poi verrà la resurrezione, favorita, oltre che dalle circostanze, dall'impegno di qualcuno che agisce nell'ombra e che alla fine verrà ringraziato proprio con la presa di coscienza del valore della sua missione da parte di chi non si sarebbe mai immaginato. Come tutte le storie raccontate dall'autore, anche questa prende spunto da una serie di fatti reali, sviluppati e intrecciati dalla fantasia dell'autore. La vicenda, raccontata in terza persona e in parte in forma di dialogo, è rivolta a tutti, dai ragazzi agli adulti, ognuno dei quali potrà leggerci un messaggio adatto alla sua età. Essa si svolge in una zona dell'appennino toscano ricca di storia, arte e tradizioni, ma potrebbe essere ambientata ovunque, perché in ogni luogo della terra si può trovare qualcuno che ha bisogno dell'aiuto dei suoi simili e soprattutto c'è una miriade di persone, anche nell'ombra, pronte a dare una mano. Proprio per questo Lorenza, il macellaio, l'ombra di Francesco, la farmacista e il dottor Salani si trovano ovunque, grazie a Dio, perché ovunque ci sono i vari Umberto e Patrizio che hanno sete, anche nell'inconscio, del loro operato.
Ho letto con molto interesse il tuo romanzo. Mi ha fatto molto effetto rivedere tante zone di Borgo, a tratti cosí dilatate, come le strade, per meglio accompagnare lo svolgimento del racconto e dei ricordi. Sono rimasta molto impressionate dai dialoghi pressanti, come un rincorrersi di parole tra i protagonisti, quasi a non concedere vuoti al tempo per timore di perdere il miracolo di un aggancio, di un incontro. Mi è difficile esprimere un pensiero, anche perché tocchi un argomento, quello del volontariato, poco praticato se non nell'accezione, molte volte poco felice, di un "buonismo" che tenta di lenire il disagio e la sofferenza che sempre di piú accompagnano lo smarrimento e la solitudine dei nostri rapporti umani. Infatti i tuoi protagonisti si muovono nell'"ombra": una specie di società segreta che opera nell'anonimato, che si presta a soccorrere e ricucire, laddove qualcosa si sfilaccia, si rompe, si perde: qualcosa dell'altro che è anche mio, tuo, nostro. Infatti allorquando il tempo, gli anni le generazioni creano distanze abissali, qualcosa dell'uno e dell'altro puà di nuovo dar vita a qualcosa che non appartiene né all'uno né all'altro, ma ad entrambi. Come se quelle distanze improvvisamente si dissolvessero, restituendo a ognuno senso e dignità. È un romanzo di speranza! Purtroppo non sempre le cose vanno cosí e "agganciare" l'altro diviene "impossibile". Ma la storia ha tutto il sapore di una "storia vera", perché in fondo, ogni volta che si danno trasformazioni importanti, credo davvero che lo dobbiamo a qualcuno, o qualcosa, che lavora piú nell'ombra di quanto siamo portati a credere. Auguro a te e al tuo lavoro un felice cammino.
Patrizia
Mauro Olmastroni
Gianna Giannini
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07.05.2010
Presentazione del romanzo "Ciao papà" di Mauro Olmastroni a Incisa Valdarno
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23.10.2009
Presentazione del romanzo "Ciao papà" di Mauro Olmastroni a San Giovanni Valdarno
Figline Valdarno
30.01.2010
Libreria "La Parola"
Borgo San Lorenzo
12.12.2009
Biblioteca Comunale | Palazzo del Podestà
San Giovanni Valdarno
24.10.2009
Libreria Fahrenheit
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20.09.2009
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