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Massimo Piermarini Diotima: introduzione all'Iperione di Hölderlin
1998, pagine 144, euro 14, I.S.B.N. 88-471-0021-6 Collana Studia/Scienze umane
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La produzione poetica di Hölderlin segna l'approfondimento e la lotta titanica con il problema fondamentale della dimenticanza dell'essere nel tempo di privazione che apre l'inverno del mondo, oscurato ed espropriato del Sonnenschein (traslucenza del sole-essere). Con l'abbandono delle movenze schilleriane dei primi inni e con la stesura di odi di derivazione classica (in particolare negli "ultimi inni", che arrivano fino ai primi dell'ottocento, e si collocano al limite dell'immersione nella follia, reale o simulata), pulsa la possibilità utopica di una nuova umanità, risarcita dal dileguarsi del divino grazie ad un tesoro antico, che proviene dalla remota lontananza, quella nella quale domina ancóra "die allvergessende Liebe", l'amore che non nutre risentimento, che perdona tutto. Ed è l'Iperione, che richiese ad Hölderlin una elaborazione molto lunga iniziata nel 1792, ad accompagnarlo per tutto questo suo travaglio (dall'introduzione dell'autore).
Massimo Piermarini |
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