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Gori vince lo "Scerbanenco 2005"

Gori vince lo "Scerbanenco 2005"


La giuria ha scelto l'alluvione di Firenze, l'Italia dei misteri, le spie doppiogiochiste, i complotti contro il presidente della Repubblica Saragat e, soprattutto, il capitano Arcieri. Il premio Scerbanenco 2005 è stato vinto da Leonardo Gori con il romanzo "L'Angelo del fango", edito da Rizzoli. Dopo la prima selezione, a contendersi il prestigioso riconoscimento sono arrivati in cinque: Leonardo Gori, come detto, Gianni Biondillo ("Con la morte nel cuore", Guanda), Valerio Evangelisti ("Noi saremo tutto", Mondadori), Giorgio Todde ("E quale amor non cambia", Frassinelli) e Stefano Tura ("Arriveranno i fiori del sangue", Mondadori). La periferia milanese di Biondillo e del suo ispettore Michele Ferraro, l'America anni '40 di Evangelisti e dei suoi gangster e sindacalisti corrotti, la Firenze alluvionata di Gori e del suo capitano Arcieri, il dottore e imbalsamatore Efisio Marini di Todde, e infine il Kosovo di Stefano Tura e del suo Alvaro Gerace. Dunque, una cinquina eterogenea a dimostrazione che il noir italiano prende strade diseguali e per il momento non si omologa su sentieri già battuti. Cinque protagonisti per cinque luoghi lontani tra loro, con in comune il filo nero del delitto che però prende forme diverse. Anche perché la caratteristiche di questi cinque scrittori è quella di sovrapporre alla storia gialla un'altra storia, quella degli orrori quotidiani. Se da un lato la realtà chiede alla fiction di essere ordinata attraverso una storia che sappia intrattenere e appassionare il lettore, dall'altro la fiction chiede di poter attingere dalla realtà quelle storie che danno da pensare, che costringono a riflettere sul tempo passato e presente. Il giorno prima della premiazione, nella breve presentazione dei finalisti (Evangelisti e Todde erano assenti giustificati), sono intervenuti alcuni dei giurati dello Scerbanenco che hanno espresso in poche battute un giudizio sui tre libri e sui loro autori. Lia Volpatti chiamata in causa per parlare di "Con la morte nel cuore" ha sottolineato la leggerezza, l'ironia e, al tempo stesso, la lucidità della scrittura di Biondillo. "Si affrontano temi sociali importanti collocati in un'ambientazione perfetta", ha concluso la Volpatti nel suo breve intervento. Biondillo, per parte sua, a proposito della leggerezza e dell'ironia, ha spiegato che il miglior un regalo per una bambina non è né la bellezza né l'intelligenza, ma il senso dell'umorismo: "solo così si possono fare doppi salti mortali ricadendo in piedi". Tecla Dozio ha espresso un giudizio positivo sul romanzo di Tura, un libro particolare che "dimostra la prolificità e la diversità degli scrittori italiani". Un'originalità confermata dallo stesso scrittore che ha manifestato il suo disinteresse per i serial killer e per i "delitti in famiglia" e che poi riferendosi alla tragedie del Kosovo, al centro dell'attenzione nel libro, ha domandato al pubblico: "la missione di pace in Kossovo ha portato tutt'altro che la pace, cosa succederà tra qualche anno in Afghanistan e in Iraq?" Per Leonardo Gori è intervenuto Graziano Braschi che ha definito "L'Angelo del fango" "un giallo storico con uno stile peculiare, capace di riportare alla luce tutte le nevrosi di Firenze, città d'arte e di delitti". Il vincitore dello Scerbanenco ha tenuto a precisare che non si sente uno scrittore di genere: "non credo agli steccati, adoro le trame e le storie. In questo libro come nei precedenti esploro la seconda guerra mondiale e ciò che è accaduto dopo. Ho anche voluto tracciare un filo nero inquietante teso a unire i misteri della storia italiana".
Vai alla pagina dedicata al libro "V. I migliori giallisti raccontano amore e morte in Versilia", in cui compare il racconto di Leonardo Gori "La Passeggiata di Petrolini".
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