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Lucrezia Del Zompo |
Quarta di cinque figli, Lucrezia nasce a Vieste (Foggia) da famiglia di modeste condizioni il 16 giugno 1954, sopravvivendo al parto contro ogni aspettativa.
Colpita piccolissima da paralisi infantile, riprende miracolosamente a camminare il 9 giugno 1958 durante la novena a Sant'Antonio che la mamma aveva invocato.
Di temperamento determinato, volitivo e a tratti ribelle fin dall'età scolare, conosce Mario, un muratore della provincia di Roma che si trova a Vieste per lavoro e che la porta via di casa quindicenne.
Dopo vario peregrinare dei due - senza un lavoro stabile - tra Roma e Napoli, il 2 gennaio 1971 viene celebrato a Vieste - dietro l'altare - il matrimonio riparatore.
La coppia si trasferisce quindi a Viareggio e l'1 novembre dello stesso anno nasce il primo figlio.
Le difficoltà esistenziali della famiglia sono sin da subito evidenti e numerose le angherie, le percosse e le violenze subite non solo da Lucrezia per mano di Mario, da tempo dedito all'alcol e al gioco.
Venuti intanto al mondo nel corso degli anni altri due figli, il tribunale nel 1981 toglie all'uomo la patria potestà e pone finalmente fine alla coabitazione.
Non però alle tribolazioni di Lucrezia e dei piccoli, complici anche le continue intimidazioni di Mario.
Innumerevoli i sacrifici ai quali si sottopongono la donna e i bambini, non potendo Lucrezia che adattarsi ai lavori piú umili e faticosi pur di sfamare i tre figlioli e di onorare i debiti lasciati in giro dal marito.
Il 12 agosto 1984 l'incontro con Mauro, di passaggio da Viareggio: è reciproco amore a prima vista che, per oltre cinque anni, correrà lungo i binari tra Milano (dove abita lui) e la cittadina toscana.
Immediato è anche il feeling tra Mauro e i figli: Ferdinando (dodici anni), Fabrizio (nove) e Luciano (cinque).
Sussistendone i presupposti, nel 1987 viene iniziato il procedimento di annullamento ecclesiastico del matrimonio tra Lucrezia e Mario.
Insieme a Mauro, trasferitosi nel 1989 a Viareggio con l'anziana madre, Lucrezia rileva l'edicola presso l'Ospedale Tabarracci che sarà da loro gestita per diciannove anni.
Ottenuto l'annullamento, il 20 ottobre del 1990 i due coronano il sogno d'amore unendosi in matrimonio davanti all'indimenticato don Beppe Socci nella parrocchia dei Sette Santi Fondatori.
Il 4 agosto del 1991 nasce il loro quarto figlio: Francesco.
Vita familiare felice fino all'aprile del 2001 quando la serenità viene davvero sconvolta dalla scoperta da parte di Lucrezia di un tumore maligno al femore che richiederà l'innesto di una protesi.
Tornata da Milano (dove si era recata per sottoporsi a biopsia e a due interventi chirurgici), vuole ricevere i sacramenti: non trova la disponibilità di nessun sacerdote se non quella di don Luigi (parroco di Santa Rita) che - unico a rispondere prontamente - conosce in quest'occasione.
Nel 2006 una recidiva ai tessuti molli, dopo un problematico intervento, la condanna a avvalersi della stampella.
Tra la fine del 2010 e l'aprile del 2012 subisce poi quattro operazioni al torace per nuove, continue recidive.
Poiché il condrosarcoma è un male raro e inseguibile solo chirurgicamente, non le resta che rivolgersi alla medicina alternativa.
Si affida quindi al Metodo Di Bella: il giorno di Santa Rita inizia la terapia che sottoporrà soprattutto la famiglia (ma anche gli amici e gli stessi parrocchiani) a un oneroso impegno economico, regalandole però altri tre anni di vita.
Poi, il 25 settembre 2014, una banale caduta a Vieste e l'arto a lungo ingessato la relegano definitivamente sulla sedia a rotelle: il male, complici forse lo stress per la situazione venutasi a creare lontano da casa e il conseguente abbassamento delle difese immunitarie, prende il definitivo sopravvento.
Ormai costretta da oltre un mese a respirare con l'ausilio della bombola d'ossigeno, il 29 maggio 2015 viene ricoverata d'urgenza e il 10 giugno, ricevuti da don Luigi i santissimi sacramenti, esprime le ultime volontà riguardo al suo funerale: una cassa semplice, niente fiori e che le offerte siano devolute alla Casa Famiglia; desidera però la messa cantata e le campane a festa.
La sera dell'11 giugno torna finalmente alla casa del padre (di Mauro La Notte).
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Lucrezia Del Zompo Buongiorno Dio, buongiorno mondo Dove sono ora il sole non conosce tramonto
Pensieri 2016 Prefazione di Mauro La Notte, a cura di Elvira Liguori
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