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Il Tirreno (Cecina) - 30.04.2012
Il Tirreno (Cecina) - 30.04.2012
"I nodi dell'anima" e dell'amore
di V. C.
Intervista a Nadia Giorgi che venerdì presenterà il suo ultimo libro. Cecina. Appuntamento con la letteratura al femminile venerdì alle 17.30 (alla biblioteca "Emilia Levi" di via Corsini) per la presentazione del romanzo della scrittrice e psicologa Nadia Giorgi "I nodi dell'anima", edito da Marco Del Bucchia e promosso dalla commissione pari opportunità. Il libro sarà presentato da Sabrina Giannini, presidente della commissione e moderato dalla giornalista Viola Conti, con letture di Teresa Carducci. Un romanzo sull'amore, tentando di farne intravedere i limiti e aprendo all'importanza di essere individuo prima che amante. Perché ancora una storia di un legame che crea sofferenza alla donna, la protagonista del libro? Ha preso spunto da qualche storia di cui è venuta a conoscenza per lavoro o è solo frutto della sua fantasia o del suo vissuto? «Non mi considero né mi definisco una scrittrice. Per me le scrittrici sono quelle che spaziano con tanta fantasia e articolano storie, incrociando i tanti destini dei molti personaggi. Le scrittrici sono quelle che usano un linguaggio capace di far vedere quel che accade come se si fosse davanti a un film. Io so guardarmi, utilizzo i miei vissuti personali e li infioretto con immagini di fantasia che arrivano repentine mentre provo a scrivere. Qualche flash può giungere da racconti di lavoro, qualcosa che mi sorprende e che non è scontato, almeno per me». Amore folle e paura della solitudine portano Eva, la protagonista, a essere dipendente da Gabriele. Perché in amore sono quasi sempre le donne a "subire" la relazione e a identificarsi in essa? «No, non amore folle e paura della solitudine, ma l'innamoramento lega Eva, la rende dipendente. Innamoramento, esperienza così specifica per ciascuno di noi. Chi si innamora di una cosa, chi di un'altra. Eva a suo modo si innamora della tenerezza, dell'attenzione, della sensibilità recalcitrante, ambivalente, di Gabriele, si innamora del suo modo di esserci, seppur non sempre presente. Non è per paura della solitudine che è dipendente. Dipendente da lui perché lo sente sfuggente. Questo gioco crea una dipendenza ansiosa, un bisogno di averlo, un'insicurezza che ha bisogno di essere sempre rassicurata dalla presenza. Per questo è dipendente. Sì molto spesso sono le donne, quelle che amano, quelle che si lasciano andare alle emozioni, ma per fortuna esistono anche gli uomini in grado di amare. Non Gabriele, ma altri sì». Ritiene che il fatto che tra le nuove generazioni i ruoli siano più fluidi e il rapporto paritario sia dovuto più all'educazione ricevuta o al cambiamento dei modelli sociali? «Penso che l'educazione cambi in rapporto al cambiamento dei modelli sociali. Il fatto ad esempio che le donne oggi siano nel mondo del lavoro come gli uomini (e non più in casa ad allevare i figli) quindi vi sia stato un cambiamento dei modelli e dei ruoli sociali ha indotto senz'altro un cambiamento nell'educazione dei figli. Un modo diverso del padre e della madre, quindi del maschile e femminile, di rapportarsi con i figli offrendo altri vissuti e altre immagini della relazione fra sessi. Direi piuttosto che i "ruoli più fluidi" sono la conseguenza di modifiche fondamentali a livello socio-economico. L'economia, oltre al significato visibile che ha nel determinare il socio-politico, ha un latente fondamentale significato nel modificare i ruoli all'interno della coppia. Estremizzando possiamo dire che è stato il lavoro delle donne a determinare il cambiamento della relazione affettivo-sessuale». Perché nonostante l'emancipazione femminile le donne sono ancora ancorate all'idea romantica di sentirsi completamente donne solo se amate da un uomo? «Davvero? No, le donne si sentono donne anche se non amate da un uomo, ma devono percorrere una strada più difficile per giungere alla consapevolezza, all'illuminazione che sono anche senza l'uomo. E quelle a cui capita o quelle determinate sono quelle che hanno faticato di più, ma che hanno raggiunto un ambizioso traguardo, che hanno scoperto il valore di se stesse, un valore intrinseco, indipendente dall'uomo e dall'avere. Per dirla con Fromm, essere non avere senso, significato in funzione di... Vuoi mettere arrivare alla boa in mezzo al mare, nuotando faticosamente, senza essere condotta sul pedalò dal bagnino?»
Libri correlati
Nadia Giorgi
I nodi dell'anima
Romanzo
2012
Copertina di Fabio Calvetti

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