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Freevillage.it - 02.04.2012
Freevillage.it - 02.04.2012
L'immaginificazione al potere
di Roberto Tortora
Se avete voglia di fare una sortita "dall'altra parte", o in quella parte "altra" che sta seppellita dentro la nostra testa sotto cumuli di ordinaria quotidianità; se avete deciso di abbandonarvi ad un trip terapeutico che vi faccia vincere la paura dell'ignoto; se man mano che diventate adulti la paura di invecchiare accende il vostro desiderio di regredire alle dimensioni dei giocattoli che vi hanno regalato da bambini, bene, allora lasciate perdere gli allucinogeni, lo sballo del sabato sera, l'alcool che fa male al fegato e cominciate a fogliare questo romanzo di Mauro Piccolino. C'è un nano in frac, Ergot di Macondo, orefice finissimo, che per soffiarsi il naso adopera un coniglio estratto dal cappello a cilindro. Il suo compito consiste nel cesellare un anello d'oro del peso di una quarantina di chili da infilare non all'anulare, bensì sul membro supervirile di una creatura superdotata, a suggellare un patto d'amore con la principessa dei Lumampa. C'è uno gnomo con la faccia da vecchio (quello che lascia le impronte sulla copertina del libro), un micio col corpo di un serpente che affiora dalle gelide acque di un fiume, una spogliarellista zingara e gigantesche sigarette parlanti pronte a sterminare i nemici (non dimenticate che il fumo uccide…). E poi una patata pirata che incita all'arrembaggio, scarafaggi vestiti da pasticceri, un gigante con una testa e mezzo, carovane che si ribaltano vomitando fuori pupazzi assassini, timbri giganti che saltellano ovunque, tapiri arcuati in pose plastiche, alabardieri con le picche… Ma c'è anche il protagonista, un giovane addetto allo stoccaggio e alla spedizione di tubi industriali, che parla e pensa in prima persona, al presente, soggiogato e travolto lui per primo dalle bizzarre cose che gli accadono e dalle strane creature che incontra. Egli infatti, questo giovane costretto a svolgere mansioni ripetitive e frustranti, tormentato da una romantica ricerca della donna da amare, assediato dai dubbi sul senso dell'esistenza, vinto da un tempo che scorre più rapidamente di quanto non arrivino le risposte, si imbatte, un giorno, per caso, come se fosse la cosa più normale del mondo, in tutte quelle strane creature e in tante altre ancora. Le incontra e ci si scontra non in un percorso parallelo e artificioso, bensì proprio in quello stesso universo reale nel quale è costretto a scandire le giornate tutte uguali e un po' insensate della sua esistenza. E' assorto nella compilazione delle bolle di spedizione, nel suo ufficio asettico di sempre, quando sotto il naso gli passa di corsa uno gnomo, Federico Garcia. Si sta infilando un paio di pantaloni quando vi scivola dentro per cadere in un mondo di variopinta e morbida stoffa. Se ne sta seduto su una panchina quando gli appare Poseidone circondato dalle sirene. Due mondi si incrociano, quello reale fino alla noia e quello mutante fino al paradosso: sarà il giovane impiegato a dover fornire la sezione di un tubo che faccia da supporto all'anello da cesellare e dunque toccherà a lui affrontare le sorprese di una vita che sembrava senza sorprese. E lo farà in una rocambolesca fuga in avanti e all'indietro che non gli lascerà un attimo di tregua salvo ritrovarsi a più riprese sull'orlo di abissali interrogativi esistenziali. "Perché le cose accadono? Potrei risponderle con un'altra domanda. Perché cerchiamo un significato nelle cose che ci accadono? Un filo dopo l'altro, incroci di tinte e tessuti. Osservi la bellezza della trama. A concentrarsi troppo sulle evoluzioni dell'intrico si perde l'occasione di rimanere affascinati dalla fantasia, della quale il mistero è la migliore cornice." La vicenda è costruita su un ritmo serrato, incalzante, dato non solo dal precipitare delle avventure, ma anche da un linguaggio sincopato, preciso, che si sfaccetta in una miriade di citazioni: il "magico" di Marquez, la sgargiante passionalità di Lorca, un Godot che improbabilmente arriva, lo scivolamento nel mondo "altro" che ricorda analoghi passaggi di Alice nel paese delle meraviglie. Così come l'improvvisa animazione di creature inanimate sembra catapultarci nella caotica ilarità di Jacovitti dove gli oggetti, parlando, esprimono prospettive inattese. Come nella migliore tradizione del racconto fantastico, al termine dell'avventura, divertente, coloratissima, incalzante, si scoprono scaglie di saggezza che non ci si aspettava di trovare e che possono gettare luce non solo sulle pagine finite di sfogliare, ma anche su certi piccoli dubbi che talvolta vengono a visitarci.
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2012
Copertina di Roberto Funai

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