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Loschermo.it - 11.03.2012
Loschermo.it - 11.03.2012
"Mai dire: A Lucca Mai!": la fantascienza torna a Lucca
di Nazareno Giusti
Lucca, 11 marzo. Carlo Fruttero diceva che a Lucca non avrebbe mai potuto atterrare un'astronave, troppo provinciale è l'Italia per ambientare storie future credibili. Nel 1996 A Lucca mai! divenne il titolo, polemicamente, prima di un'antologia edita dalla Perseo Libri, poi di un convegno che, proprio a Lucca, cercava di riaffermare la vitalità della fantascienza nostrana. A quindici anni di distanza forse, non a caso, Alessandro Trasciatti ha deciso di inaugurare la nuova serie dei Libratti- che sarà presnetata sabato 24 marzo, alle ore 18, a Palazzo Tucci e di cui vi avevamo parlato alcuni mesi fa- proprio con "un pugno di buoni racconti e di considerazioni intorno a questo genere letterario che alcuni davano per tramontato, un genere letterario di grande popolarità, ma che ha avuto sempre difficoltà a vedere riconosciuta la sua dignità letteraria".
Cosa sono i "Libratti nuova serie"? "I "vecchi" Libratti erano una collana di letteratura illustrata che avevo iniziato nel 2008. Ho chiuso l'attività editoriale il 31 dicembre scorso, ma ho ancora dei progetti in cantiere, primo fra tutti quello di far diventare i Libratti un appuntamento bimestrale, dedicato ogni volta a un tema o a un personaggio, nello spirito del recupero di autori, storie, vicende letterarie e umane poco conosciute o del tutto dimenticate. L'editore Marco Del Bucchia si è dimostrato disponibile a "adottare" questa iniziativa ed è con lui che nasce la nuova serie dei Libratti, diversa graficamente dalla prima e costituita da volumetti monografici, come ho accennato sopra".
Quali gli autori che hanno partecipato al primo numero? "Alcuni sono autori lucchesi, cioè Maurizio Antonetti, Sauro Donati e Alessandro Fambrini. Altri provengono da "circuiti" diversi: Stefano Carducci, Giuseppe O. Longo, Dario Tonani (un autore lanciatissimo, tradotto anche negli USA). Poi ci sono gli interventi critici di Luciano Luciani e Salvatore Proietti e poi ancora un originale contributo (scritto da Tiziano Toracca e Valentino Chinnì) per la conoscenza di due autori noti che hanno "flirtato" con la fantascienza, cioè Paolo Volponi e Leonida Répaci".
Il primo dei Libratti arriva a quindici anni dalla pubblicazione di "A Lucca mai!" è un caso? "No... sì... non lo so. Era già un po' di tempo che volevo fare qualcosa di "fantascientifico" per mio gusto personale, poi l'anno scorso mi sono accorto che erano passati, appunto, quindici anni da quel libro e da quel convegno, così mi sono detto: è il momento giusto per provare di nuovo a fare il punto della situazione".
Il volume sarà arricchito da alcune illustrazioni- cosa rara nell'editoria italiana. Come mai questa scelta? "Non è abituale illustrare i libri di narrativa perché i disegnatori, ovviamente, vanno pagati e questo fa aumentare il prezzo di copertina. Ma forse anche perché non si dà importanza al piacere del disegno fra le pagine, lo si ritiene una cosa da libro per ragazzi. Io invece sono sempre rimasto affascinato dai libri con figure, dalle stampe popolari, dai libri a fumetti e lo ritengo un piacere anche da adulto. In questo "Mai dire: a Lucca mai!" l'illustrazione non ha certo il sopravvento sul testo, anzi, è usata con parsimonia ed è molto scarna, sintetica, ma proprio per questo ha un sapore enigmatico, in bilico tra l'umano e l'alieno. L'autore è Roberto Alquati, un caro amico che vive e disegna a Praga, città che ha dei grandi studi di produzione cinematografica da dove sono usciti tantissimi film di fantascienza (anche se non so se siano mai arrivati qui da noi)".
Il prossimo volume di cosa tratterà? "Il prossimo volume sarà dedicato a un poeta per cui ho una predilezione, se non proprio una fissazione: Roberto Amato. Fu scoperto da Cancogni, lanciato da Garboli e vinse il Premio Viareggio nel 2003. Tuttavia non ha mai ottenuto l'attenzione e il riconoscimento che meritava, ha pubblicato e pubblica con dei buoni editori (Diabasis, Elliot), ma non ha ancora avuto la soddisfazione di essere incluso nella collana di poesia Einaudi (la famosa "bianca") o nello Specchio di Mondadori. Dovrò pensare io a candidarlo al Nobel. Però non so se umanamente se lo merita, spero che almeno mi offra una cena di pesce".
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