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Il Tirreno (Lucca, Viareggio) - 09.11.2011
Il Tirreno (Lucca, Viareggio) - 09.11.2011
Per me resta la bella ragazza sorridente
di Marco Dolfi
Silvia Micheli, figlia del celebre scrittore Silvio Micheli, ha trovato la morte in un incidente stradale, come pure il fratello, morto giovanissimo. Proprio in questi giorni io, insieme ad Antonello Santini e all'editore Marco Del Bucchia l'avevamo contattata perchè l'editore ha in progetto una nuova pubblicazione dei libri dello scrittore viareggino, iniziando dal famoso libro "L'artiglio ha confessato". Da sempre Silvia è stata molto attenta a conservare la memoria del padre a cui era legatissima, infatti ha dimostrato subito il suo grandissimo interesse e contentissima all'editore aveva confessato che dopo la ripubblicazione di quel libro voleva che si ripubblicasse "Mongolia", capolavoro di Micheli, perché era il libro a cui lei teneva di più poiché si ricordava che il padre durante la stesura del libro ne parlava spesso. L'iniziativa editoriale rientra nella volontà di rendere omaggio allo scrittore nell'anno del centenario della sua nascita, unitamente ad altre iniziative come la conferenza del professor Marcello Ciccuto, il prossimo sabato pomeriggio in Comune, che parlerà dello scrittore straordinario e poco ricordato che è stato Micheli. Anche per questa occasione l'entusiasmo di Silvia si è fatto sentire, mi ha telefonato più volte pregandomi di essere presente e mi ha rivelato che anche a distanza di anni l'emozione a sentire parlare del padre era sempre viva e commovente. A volte scherzosamente Silvia l'abbiamo chiamata la figlia di "Pane duro", il libro con cui Silvio Micheli vinse il Premio Viareggio e il suo più famoso. Conosco Silvia da molti anni, da quando nel 1975 suo padre e Renato Santini vennero a vedere una mia mostra di pittura e subito con il padre nacque amicizia e stima e presi a frequentare la loro casa dove si respirava un clima di forte affetto familiare e il sapore dei valori autentici. Erano gli anni stupendi di Viareggio, in cui ancora si potevano pescare le anguille cee e mi ricordo cha da giovanetto insieme a mio padre dopo aver passato una notte a pescarle, la mattina dopo in bicicletta andavo a portargliele. Mi veniva ad aprire la porta Silvia, questa bella ragazza poco più grande di me sempre con il sorriso e subito chiamava il padre e che festa alla vista delle anguille cee. Nel 2005 mia figlia, anche lei si chiama Silvia, ha dato la tesi proprio sullo scrittore Silvio Micheli e quindi per un pò di tempo abbiamo nuovamente frequentato casa Micheli. Era contentissima di parlare di suo padre e giustamente ci ha raccontato del proprio rammarico notando che a Viareggio sembra che l'unico scrittore di rilievo sia stato solamente Tobino, mentre invece della città e del suo mare ne ha scritto più suo padre; ma siccome Micheli era più incline alla semplicità e alla disponibilità e mai intento alla ricerca di successo, specialmente dopo che la morte del figlio non aveva più interesse a nulla, nemmeno al film che si sarebbe dovuto fare sul libro "L'artiglio ha confessato", e tanto meno alla ristampa dei libri».
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