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Elbadipaul.it - 01.06.2011
Elbadipaul.it - 01.06.2011
"Polvere": un tessuto di ricordi dalle miniere
di Luciano Minerva
"Quando ero piccola, ogni volta che si passava con la barca davanti a Punta Rossa, ero sempre particolarmente eccitata, non vedevo l'ora di contemplare quell'apparente orrore, ma quell'orrore mi lasciava poi una vaga sensazione di sublime." I ricordi di miniera di Angela Galli, figlia e nipote di minatori di Capoliveri, hanno radici nell'infanzia, come per tanti elbani. Angela, artista visiva e scrittrice, ha ora raccolto, nel libro Polvere, edito da Del Bucchia e al centro della prima giornata della Festa del cavatore, i racconti dei suoi familiari più stretti e dei loro amici, dedicandolo alla memoria di suo padre Palmiro. Ha ridato vita così a parti di memoria individuale e collettiva che non possono andare dispersi. Da quando le miniere elbane hanno chiuso, l'ultima nel 1981, i ricordi si possono cancellare più facilmente, anche perché miniera ha significato nei secoli, per migliaia di famiglie, povertà, sfruttamento, pericolo per la salute e per la vita. Angela si mette in ascolto, lascia la parola agli altri, ne riporta fedelmente i ritmi narrativi e il lessico di Capoliveri, tessendo con cura i raccordi e rendendo familiari anche al lettore le figure dei minatori alle prese con la loro memoria. Non si può avere un'idea della durezza della giornata del cavatore, che spesso raggiungeva la miniera a piedi, e quando tornava a casa continuava a lavorare il campo o a costruirsi la sua casa. Come dice uno di loro, Foscolo, 80 anni, "se d'estate andavi al porto a prendere i detenuti si sarebbero ribellati a fare questo lavoro". I ricordi emergono dai dialoghi come minerali riportati in superficie. Le fotografie d'epoca si intrecciano ai racconti. Man mano che procedi con la lettura, ti sembra di sentirla addosso quella "polvere" del titolo, che rendeva irriconoscibili i minatori gli uni agli altri, solo dopo qualche ora di lavoro. Per cercare di essere fedeli alla realtà i testimoni del tempo ricostruiscono, aiutandosi l'un l'altro, le date, i numeri (come quello delle tonnellate di ferro lavorate ogni giorno), i processi produttivi. Il buio, il rumore delle esplosioni, il vino come conforto alla fatica, gli incidenti, la solidarietà familiare e tra i lavoratori vengono riportati da sensazioni a parole, come un racconto di tempi che sembrano molto più lontani di quanto siano realmente. "Ricordarci chi eravamo – conclude Angela – la fibra robusta per tirare il vagone, spaccare i sassi, la resistenza al dolore, al calore, al freddo umido, alla fatica. […] L'isola è la miniera da coltivare, razionalizzare, ordinare con l'occhio amoroso del buon pastore. "Il recupero della memoria della miniera è per lei un modo per non restare, in altra forma, "minatori schiavi, bestie da soma con la vista ridotta e con il solo carrello davanti pieno di minerale che dobbiamo spingere a vita su un binario infinito…"
Libri correlati
Angela Galli
Polvere, polvere nera
Dal 1930 alla chiusura delle miniere nel 1981: la vita e le testimonianze dei minatori del ferro di Capoliveri e di Rio Elba
Appendice fotografica
2011
Prefazione di Jacqueline Monica Magi, copertina di Angela Galli, foto di Angela Galli, Andrea Lunghi

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