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Il Tirreno (Viareggio) - 31.05.2011
Il Tirreno (Viareggio) - 31.05.2011
Per i malati è dura, parola di medico
Viareggio. «Ogni silenzio di un medico ha un significato completamente diverso per il paziente». Se poi si è stati entrambi nella propria vita, allora forse si può capire qualcosa dell'uno e dell'altro. Ne è convinto Guido Giannecchini, 70 anni (ma non li dimostra), ex campione di canottaggio e per 20 anni primario di oculistica all'ospedale cittadino Tabarracci. Un medico che è stato per un anno e mezzo dall'altra parte della barricata, come la chiama lui. Ha dovuto confrontarsi con sintomi a lui incomprensibili, con un dolore che non passa mai e non si sa perché, e con le risposte mancate e le attese infinite. E la paura di dover lasciare i propri cari. «Ho scoperto che da paziente non si sta bene. E non solo per la malattia in sé», afferma Giannecchini, che ha deciso di raccontare in un libro la sua esperienza. "Dall'altra parte della barricata", appunto. «Tutto parte da un mal di testa». Per il dottor Giannecchini, che dopo essere andato in pensione lavora in uno studio privato in città, la disavventura inizia nel luglio 2009 con un mal di testa assai doloroso. «Mi dava fastidio anche quando stavo in piedi - racconta - Soffrivo molto e ho cominciato a pensare al peggio, tipo un cancro». Giannecchini si sottopone a una Tac e a una risonanza magnetica. Mentre la mente e il cuore sono concentrati sulla moglie, i due figli e i cinque nipoti, ecco il responso degli esami: «C'era una perdita del liquido che si trova all'interno delle meningi, anche se non si capiva da dove. Ipotensione liquorale, si chiama così». Servono ulteriori approfondimenti. Per cui passano giorni e giorni, tra risposte vaghe, a volte maleducate. E un senso di incertezza che non finisce mai. Nel frattempo a Giannecchini capita anche un episodio sfortunato (in genere quando si è malati va così): mentre è in piscina con la figlia il medico batte la testa nel trampolino. «Il trauma mi provoca un ematoma: mi dicono che devo essere sottoposto a un intervento chirurgico urgente per eliminarlo». L'operazione rischiosa viene eseguito a ottobre 2009 in neurochirurgia all'ospedale di Livorno, e riesce bene. Ma il mal di testa non passa, anzi diventa quasi più violento. «A quel punto mi rivolgo a un istituto neurologico di Milano, e mando tutto l'incartamento anche a un amico oculista che lavora negli Usa, a San Diego. Lo ammetto: essendo un medico, godo di alcuni canali privilegiati. Per tanti non è così». Ma il tempo passa e il problema non si risolve. Finché un giovane neurologo viareggino non consiglia a Giannecchini un farmaco. È il novembre del 2010, quasi un anno e mezzo dopo la nascita del primo sintomo. Da lì in poi, col passare dei giorni, la cefalea inizia a ridursi. «Abbiamo perso umanità». «Vivere momenti del genere - dice l'oculista - ti fa capire delle cose. La prima: non bisogna ammalarsi nei periodi di ferie. La seconda: bisogna avere la fortuna di trovare un medico che sia in grado di fare la diagnosi rapidamente e di dare i consigli giusti per la terapia». E la terza? «Mi sono reso conto durante la malattia dell'importanza per il paziente di essere ascoltato dal medico - scrive - Spesso è successo anche a me, nei momenti di maggior lavoro, di non riuscire a dedicare al malato il tempo che sarebbe servito. Dopo questa esperienza penso che avrei dovuto dedicare più tempo ai pazienti». Secondo il dottor Giannecchini, insomma, c'è qualcosa che non quadra nella sanità del 2000, quella ultratecnologica e "managerializzata". «Abbiamo perso molta umanità - dice - e troppe volte confondiamo i problemi economici delle Asl con l'unico obiettivo di un dottore: curare i malati». Ma che significa umanità? Significa, tra l'altro, non fare errori come questo. «Un giorno, poco dopo l'operazione per la riduzione dell'ematoma, un infermiere piomba quasi trafelato in stanza. "La vuole vedere subito il primario", dice. Penso al peggio. Poi in corridoio incontro un altro medico. Che mi fa: "Dottor Giannecchini, è tutto a posto. Il primario? Vuole solo dirle che la manda via. C'è da liberare il letto"».
Libri correlati
Guido Giannecchini
Dall'altra parte della barricata
Cronaca della malattia di un medico
2011
Prefazione di Armando Mancini, copertina di Luciano Bonuccelli

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