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Ilgiullare.com - 19.03.2011
Ilgiullare.com - 19.03.2011
Chi è la piú bella del reame?
di Jacqueline Monica Magi
Parliamo ancora di donne e del loro corpo, anzi più precisamente del loro corpo ma anche della loro immagine. La richiesta viene da Andrea Spadoni e Alessandra De Paola, dopo una vivace discussione di redazione, riguardante la scelta di indire il concorso "La Giullarina dell'anno". Inutile dire che io sono profondamente contraria a questa idea, non per mero femminismo, ma per una lunga serie di motivi che qui provo ad elencare e che sono il risultato di riflessioni sul corpo della donna, il suo significato ed il suo uso. L'altra parte del libro che Angela Galli ed io abbiamo scritto, "Il corpo di una donna" ( Marco Del Bucchia editore), la parte che dobbiamo ancora scrivere è il comportamento dell'altro sesso, quello maschile, davanti alla donna nuova e che si pone in modo diverso dal precedente di fronte all'uomo. Quell'uomo che si dice oggi in crisi davanti una donna nuova, diversa, non poteva che essere in crisi, poiché la donna nuova è nuova in quanto si pone come "soggetto", individuo pensante degno di parità e non più "oggetto" della vita e delle scelte dell'uomo. Da "oggetto" della vita altrui la donna sta riprendendo la sua soggettività, quindi il suo autonomo ruolo decisionale, quindi la vita del maschio passa da svolgersi come un monologo al dialogo, dialogo non però con il suo simile ma con "l'altra metà del cielo", per dirla con Mao Tse Tung. Ovviamente, vivere tenendo conto dell'esistenza dell'altro non è semplice come vivere da solo, avendo l'altro come proprio specchio e oggetto. Questa è, secondo me, la difficoltà, la crisi che vive l'uomo oggi: dover passare da un soliloquio al dialogo, alla condivisione, certo più affascinante ma più faticosa. E la storia sta insegnando come spesso si preferisca la semplicità alla ricchezza, alla complessità di esperienze, sentimenti, sensazioni. Nessun stupore dunque che il tentativo maschile di fermare il recupero di soggettività femminile passi attraverso la ricerca continua di oggettivizzare la donna, riportarla al suo ruolo di "oggetto": ecco le manovre, più o meno inconscie, che la riducono a Corpo mero, agghindato e stereotipato nei canoni oggettivi, in modo che la semplificazione, il riduzionismo compiano il loro dovere di annullamento della diversità e della complessità femminile. Quell'atteggiamento maschile di leggerezza galante appare tale ad occhio ingenuo, ma in realtà compie il tentativo di rendere nuovamente la donna un oggetto, di spegnere la sua voce, la sua volontà, la sua identità. Mercificare è un modo di oggettivizzare e contemporaneamente svilire la persona donna e ciò che lei potrebbe esprimere. Si evita così il confronto con l'altro da sé. La tranquillità e la sicurezza del proprio ruolo non vengono scalfiti. Si resta incapaci di comunicare, si sacrifica l'autenticità dello scambio e del rapporto ma non si rischia assolutamente nulla. Il tutto all'interno di un quadro di massimo riduzionismo, in cui si cerca La Più Bella, non la Bellezza. Perché se cerchiamo la Bellezza essa la si troverà diffusa in tante forme differenti, sparsa in migliaia di modi diversi, incarnata in migliaia di donne, in ognuna di esse a suo modo, con una ricchezza e una varietà infinita di sfumature, ma sempre sarà vera e affascinante. La Bellezza si offre per chi la sa vedere e godere, fuori dalla sterile competizione della ricerca de La più Bella, fuori dai finti canoni di un finto assoluto che generalizza, oggettivizza, riduce le donne a stereotipi vuoti e privi di ogni originalità e individualità. La Più Bella nasce e si sviluppa nel mondo della competizione dove si ragiona per Io o Te. La Bellezza nasce e si sviluppa nel mondo della condivisione dove si ragiona in termini di Io e Te. Sta a noi scegliere.
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