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Ilgiullare.com - 25.04.2011 |
Ilgiullare.com - 25.04.2011 Chiara, una morte che fa ancora male. Le fu fatale la passione per i cavalli
di Jacqueline Monica Magi Il fatto. 5 novembre 2003, maneggio del Monte Oppio, San Marcello P.se, ore 10,34: viene avvisato il 118 per un intervento in urgenza. Una ragazza giace svenuta dentro il pallone di addestramento cavalli, vicino ad un cavallo dalle briglie a terra. Ha le gambe accavallate e le braccia lungo i fianchi. Viene immediatamente trasportata in elicottero a Pisa dove muore il giorno successivo per emorragia cerebrale endocranica. La ragazza si chiama Chiara Brachi, ventiquattrenne laureanda in scienze forestali, amante dei cavalli, addestratrice e cavallerizza provetta. Il centro di Monte Oppio quel giorno era chiuso, ma Chiara era lì insieme ad Alessandro Nesi, proprietario del maneggio e suo amico. Lui ha avvertito il 118, lui ha spiegato che Chiara era caduta da cavallo, anche se lui non l'ha vista.
Le indagini e l'accusa. Marzo 2004: viene consegnata alla Procura della Repubblica di Pistoia l'autopsia di Chiara Brachi, effettuata da quattro medici legali. Si evidenziano una serie di lesioni non compatibili con una caduta sulla sabbia e una lesione misteriosa. Il Sostituto Procuratore incaricato delle indagini, non è convinto dai risultati dell'autopsia e cioè che si tratti di una caduta da cavallo e inizia a interrogare testimoni, persone che conoscevano Chiara e la sua vita, le sue abitudini, i suoi desideri. I testimoni raccontano fatti che incrinano la versione data fino ad allora da Alessandro Nesi, unico presente ai fatti. Il Pubblico Ministero lo iscrive nel registro degli indagati per omicidio preterintenzionale, cioè per una condotta che, pur se non diretta volutamente a causare la morte di una persona, ne causa la morte accettando il rischio che l'evento letale si verifichi. Durante le indagini il quadro dei rapporti fra Chiara e Alessandro si definisce: c'è una passione fra di loro, un rapporto tormentato di una giovane che ha perso il padre da poco e si sente legata a un uomo di venti anni più grande, sposato con figli, che la picchia, ma a cui lei è legata…anche se in una lettera che Chiara aveva scritto poco tempo prima di morire, alla professoressa di italiano del liceo, si legge una sofferenza per quel rapporto e per le botte che prendeva, ma anche del desiderio di andare in America a completare il suo ultimo brevetto come istruttore federale. Nella lettera Chiara dice di aver paura. Questo il movente per la Procura: la passione, la gelosia, il possesso.
Il processo. 5 dicembre 2006: all'udienza preliminare davanti al GUP del Tribunale di Pistoia, Alessio Scarsella, sono presenti il Pubblico Ministero, l'imputato con il suo difensore, la madre e il fratello di Chiara, che si costituiscono parte civile. Ore di discussione sui risultati delle autopsie, il movente, la ricostruzione dei fatti e infine il rinvio a giudizio davanti la Corte di Assise di Firenze, competente nei casi di omicidio, anche preterintenzionale. Prima udienza fissata per il 27 marzo 2007. Maggio 2007 Firenze – Corte d'Assise: si conclude il processo a carico di Alessandro Nesi per l'omicidio di Chiara Brachi. Il Pubblico Ministero chiede 14 anni. La Corte emetterà una condanna a 12 anni di reclusione.
L'assoluzione. 16 maggio 2008 Firenze – Corte d'Assise d'Appello: la sentenza di condanna di primo grado viene ribaltata e quindi Alessandro Nesi assolto perché il fatto non sussiste.
Cosi, scrissi nel mio libro. Talvolta capita che la realtà superi la fantasia, anzi spesso. Così capita che un fatto realmente accaduto ispiri un racconto. In questo inserto chiederemo a vari scrittori di racconti gialli come renderebbero in letteratura il fatto accaduto, cosa cambierebbero, come dal fatto sarebbero inspirati. La tragica morte di Chiara è stata per me lo spunto del mio esordio letterario con il racconto giallo "Bianca", pubblicato nell'antologia di Marco Del Bucchia "Delitti per sport" del 2007. Marco ci chiese un racconto ambientato nel mondo dello sport e mi sovvenne del caso di Chiara, un fatto anomalo e preoccupante, perché nei suoi risvolti si leggevano le premesse per quella che sarebbe, poco tempo dopo, diventata la legge sullo stalking. La molla fu proprio quella di mettere l'accento sulle situazioni di molestie apparentemente minime ma che possono sfociare in ben altri fatti gravi. Ovviamente romanzai il caso a modo mio, inventando anche dei personaggi e dei fatti. Dei personaggi reali che volli ricordare inserendoli nel racconto parafrasai i nomi, e due di loro mi sono rimasti addosso, tanto che uno di loro è diventato il mio storico ispettore Tranquilli, ormai protagonista dei miei racconti gialli. Legato a questo fatto anche un emozionante episodio capitatomi durante una presentazione a Pistoia, quando una bella signora del pubblico, che avevo visto molto attenta, mi si presentò dicendomi che era la madre di Chiara e che aveva capito il mio lavoro e il mio sforzo in quel racconto. Fu per me un momento quanto mai emozionante e doloroso, ma anche restitutivo del mio sforzo, che era stato evidentemente capito dalla persona che più era stata colpita dal fatto, oltre a Chiara stessa. |
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Aa. Vv. Delitti per sport Storie gialle e noir 2007 Prefazione di Franco Ballerini, copertina di Giuseppe Di Bernardo, Marco Del Bucchia, racconti di Enrico Solito, Emma Sangiovanni, Giuseppe Di Bernardo, Bruno Ialuna, Riccardo Parigi, Massimo Sozzi, Daniele Nepi, Paola Alberti, Giuseppe Previti, Stefano Fiori, Susanna Daniele, Alberto Eva, Jacqueline Monica Magi, Lucia Bruni
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