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La Stampa (Società) - 09.01.2011
La Stampa (Società) - 09.01.2011
«Il suo gesto fa a pezzi uno stereotipo di bellezza»
di R. Sal.
Quattro domande a Jacqueline Monica Magi, antropologo, che ha scritto «Il corpo di una donne» (Marco Del Bucchia editore).
Cosa pensa della miss calva? I capelli sono casí importanti? «Rappresentano la seduzione. Sono un'espressione della potenza femminile. Medusa con la tua testa piena di serpenti era un pericolo. Alle suore venivano tagliati i capelli. Non è un caso che ci siano state prescrizioni nei confronti delle donne. Ma tutte, dal velo ai canoni stabiliti per valutare la bellezza, hanno un solo scopo: attraverso il corpo, controllare l'anima».
Perché? «Alla base di tutto c'è paura della femminilità e desiderio di dominarla. L'obbligo della perfezione, il tentativo di avvicinarsi a un ideale astratto, che crea vergogna e frustrazione, è l'altro modo di far violenza alle donne vere».
Perciò la miss calva è un esempio interessante? «Fa a pezzi lo stereotipo, anche se io sono critica nei confronti dei concorsi di bellezza. Il sistema impone un modello che poi induce le donne a correggere il naso, il seno per somigliare al modello imposto e sognato».
Dobbiamo rivendicare l'imperfezione? «Sí, e senza vergogna. Dobbiamo realizzare nella società la rivoluzione che Caravaggio ha portato nell'arte, quando ha messo il baco sulla méla, quando ha dipinto la vita».
Libri correlati
Angela Galli, Jacqueline Monica Magi
Il corpo di una donna
Per una nuova ipotesi
2010
Con saggio di Jinia Mukerjee Nath

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