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Il Giullare - 04.04.2010
Il Giullare - 04.04.2010
Femmine in guerra
di Jacqueline Monica Magi
Giustamente sempre di più si parla di violenza sulle donne, violenza di genere, se ne analizzano le cause o si cerca di farlo e se ne raccontano le storie. Le donne però non sono solo vittime e non lo sono state nella nostra storia. Non amo le vittime e la loro iconografia, in quanto ritengo spesso la vittima un carnefice di se stessa e una donna che esercita una qualche forma di potere, quello del senso di colpa. Il vittimismo è una forma di potere tutta da studiare, come in criminologia si sta affermando la vittimologia, cioè lo studio della vittima e del suo ruolo nel delitto, ruolo talvolta non estraneo al delitto. Per questo voglio qui ricordare alle donne che esiste sempre una strada per uscire dalle situazioni svantaggiose, da qualsiasi situazione difficile. Per questo abbiamo dedicato il libro "Le donne dell'art.18", di cui parlo nella rubrica libri, a Romina. Romina è un nome con cui abbiamo identificato una ragazza rumena di 17 anni rapita, venduta, violentata, picchiata, portata in Italia a prostituirsi ma che, dal primo momento in cui fu rapita, ha pensato a come fuggire, e ci è riuscita alla prima le sue contraddizioni, imperfetta e ancora da fare ma anche inserita in Europa e con una Costituzione che è un esempio di legge ben costruita e democratica, un baluardo per la civiltà politica, è anche grazie alle donne che hanno partecipato a far nascere questa Italia repubblicana e non si sono tirate indietro davanti a nulla, ma anzi hanno impugnato il fucile, il mitra e hanno combattuto la guerra (la seconda guerra mondiale) accanto agli uomini. Sono le donne che hanno fatto parte dei Gruppi di Difesa della donna, formazioni partigiane che hanno prima fatto la Resistenza e poi hanno fatto parte dei CLN, Comitati di liberazione nazionale, organi di provvisori governi popolari. Voglio qui ricordare i nomi di alcune di loro morte in battaglia, perché questi nomi sui libri di storia non li trovate, ma loro hanno fatto la nostra storia, fra parentesi i loro nomi di battaglia: Anna Picari (Marina) della Val D'Ossola, fatta prigioniera in battaglia e fucilata; Franca Lanzoni, catturata, torturata e fucilata; Gina Giannelli, ventenne fiorentina uccisa in azione; Francesca Eddera, diciannovenne, catturata e fucilata; Irma Bandiera (Mimma), bolognese, catturata, torturata e fucilata; Ines Bedeschi, parmigiana, catturata, torturata, fucilata; Paola Garelli, savonese, catturata, torturata e fucilata; Ave Milioni (La Tita) caduta in azione; Albertina Girotti, ferrarese, caduta in battaglia; Bruna Rossi, diciottenne, fucilata; Ines Rossi Garuti, fucilata; Giuseppina Desideri, uccisa durante l'insurrezione di Milano; Dina Stefanini, fiorentina, uccisa in battaglia; Gina Bianchi, morta durante l'insurrezione di Milano; Norma Pratelli Parenti, di Massa Marittima, catturata con il figlio e fucilata; Marzi Mussini Aldina, di Reggio Emilia, fucilata; Anna occasione utile, cioè il primo cliente italiano, da cui si è fatta accompagnare alla caserma dei Carabinieri chiedendo aiuto e protezione. Romina ha dimostrato una volontà di riscatto eccezionale, considerando anche la sua giovane età e le terribili vicende vissute. La sua determinazione le ha salvato la vita e ha salvato una ragazza ucraina rapita con lei. Voglio qui ricordare fatti che stanno cadendo nel dimenticatoio e non è bene, perché sono parte della nostra storia, parte importante della nostra storia attuale. Se siamo l'Italia che siamo, se, pur con tutte Maria Enriquez, fiorentina, fucilata; Rosina Bet, emiliana, morta in azione; Clelia Corradini, ligure, fucilata, ha lasciato tre figli; Caterina Martinelli, romana, uccisa in azione, ha lasciato sei figli; Enrichetta Carassa Fanti (Silvia), parmense, sabotatrice, fu catturata e uccisa. Ho preso questi nomi dai documenti di epoca conservati da mia madre, scomparsa questo mese, che pure ha fatto parte dei Gruppi di difesa della donna e del CNL a Genova e che pure condannata a morte riuscì a scampare alla fucilazione. Di queste donne non troverete lapidi e monumenti ai caduti, con nomi e iscrizioni, come per i signori uomini, per questo le ho volute ricordare qui.
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Prefazione di Giampaolo Boccaccini, contributi di Jacqueline Monica Magi, Maria Chernova, Angelica De Angelis, Donatello Alessandro Guarna

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