home | | info editore | info sito | contatti | ordini
Ricerca in catalogo
Cosa cercare

Dove cercare
Persona Titolo
Collane
Vianesca/Poesia e narrativa
V/Storie gialle e noir
Studia/Scienze umane
Sos/Storia o storie
Juvenilia/Storie per ragazzi
Progetti
Virinforma/Rivista bimestrale
Unatantum/Rivista aperiodica
Didala/Rivista annuale
Link
Presentazioni e appuntamenti
Rassegna stampa
Premi letterari
Newsletter
Inserire la propria email

 
L'Etrusco - 01.07.2010
L'Etrusco - 01.07.2010
"Le colpe dei deboli" di Alberto Fiaschi: presentazione ufficiale del libro a Palazzo Appiani
di Folcacchiero
Abbiamo già commentato, nel numero di aprile dell'Etrusco, il libro "Le colpe dei deboli", ponendo in risalto la storia con la quale l'autore, Alberto Fiaschi, racconta le vicende di un dipendente che lavora in una fabbrica e che si trova, in un momento particolare della sua vita lavorativa, ad affrontare il problema dell'amianto dopo che nel 1992 anche l'Italia, ultima in Europa, aveva emanato una legge specifica a tutela della salute di coloro che si trovavano, o si erano trovati, a contatto con il pericoloso minerale. Abbiamo anche posto in risalto le tematiche toccate dall'autore ed i gravi problemi che dai vari aspetti della vicenda sono scaturiti. In particolare, ci è sembrato di grande rilievo il sistema di "vita" all'interno della fabbrica, i difficili rapporti con superiori e dirigenti che avevano atteggiamenti non certo ortodossi nei confronti dei sottoposti, ed il mancato rispetto delle regole generali del rapporto di lavoro e delle normative di legge da parte dei "padroni". Nei labirinti inestricabili nei quali si era trovato il narratore della storia, troviamo inseriti, e non con ruoli secondari, altri protagonisti che hanno contribuito a rendere più difficile l'odissea di Alberto Fiaschi. Questi soggetti sono identificabili in una giustizia maggiormente utilizzabile da chi ha più potere e più denaro, mentre i più deboli hanno minori possibilità di utilizzare al meglio i suoi organismi. Ci sono poi le leggi, che certe volte sono difficilmente individuabili, o decifrabili, da chi non può permettersi importanti supporti di assistenza. Altra presenza inquietante, sulla quale viene posto l'indice accusatore, è costituita dal sindacato che, a quei tempi, subiva l'influsso della proprietà e non di rado poneva avanti ai suoi obiettivi mire più politiche che sindacali. Abbiamo anche fatto un particolare riferimento all'aspetto letterario del libro (perché, in fin dei conti, è proprio di un libro che si parla), a come è stato scritto nel rispetto della lingua e a come la storia segue una perfetta cadenza dei tempi e dei fatti narrati. Abbiamo sottolineato, anche, che la lettura del libro procede scorrevole nella buona comprensibilità dei concetti esposti. D'altra parte il volume è nelle librerie di tutta la zona e molti, ormai, avranno potuto trarre opinioni personali dalla lettura del testo. Altro, dunque, non ci sarebbe da aggiungere se non che, dopo la prima presentazione avvenuta a Follonica il 26 febbraio 2010 presso la Biblioteca della Ghisa, col patrocinio del Comune, il rito è stato ripetuto anche a Piombino, a Palazzo Appiani, il 28 maggio scorso. Erano presenti, per l'occasione, oltre all'autore, il giudice Jacqueline Monica Magi, il medico del lavoro Oriana Rossi, e Valeria Parrini in rappresentanza dell'Associazione Nazionale per la Sicurezza sul Lavoro. Il giudice Magi afferma che il libro appare come una porta per entrare nel mondo del lavoro e che i personaggi descritti da Alberto Fiaschi sono così ben disegnati che fra di loro ha ritrovato numerose persone già conosciute. Questo libro, che rappresenta uno strumento molto importante ai nostri giorni, prima non sarebbe mai stato scritto perché i temi in esso trattati erano considerati tabú. Invita a pensare a quante morti fanno carico alla rivoluzione industriale che, continuiamo noi, è pur considerato un fenomeno di grande progresso. La dottoressa Oriana Rossi riferisce che la vigilanza in materia di lavoro, prima di competenza degli ispettorati del lavoro, è passata alle Usl solo dal 1978. Su alcune malattie sono stati fatti buoni progressi, ma sui tumori professionali siamo ancora molto indietro. Valeria Parrini pone in evidenza la tragedia degli infortuni sul lavoro e sulle malattie professionali e denuncia quanto poco, ancora, si faccia in proposito. Sottolinea, anche, che le morti sul lavoro sono sottostimate rispetto alle altre. Afferma che la qualità totale sa molto di apparenza e poco di sostanza e che camuffare infortuni era pratica usata, fino a giungere a minacce di ricatto (cita l'esempio di lavoratori a tempo determinato che non dovevano denunciare gli incidenti). Fiaschi afferma che il lavoratore sulla carta è tutelato, ma nella pratica esistono serie complicazioni sul riconoscimento dei suoi diritti. Alla resa dei conti, anche nel sistema più garantisca, le controparti riescono spesso a trovare forti strumenti di difesa che il lavoratore non trova, anche per mancanza di mezzi. Dalle relazioni traspare un concetto, più volte espresso: il tema principale del libro non sarebbe l'amianto, considerato elemento secondario; lo sarebbe, invece, la vita in fabbrica ed il fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali. Noi concordiamo in pieno col fatto che la salute dei lavoratori debba essere sempre in primo piano in tutte le considerazioni che riguardano il lavoro ed è proprio su tali valori che devono essere puntate le attenzioni di tutte le parti. Al riguardo del libro, però, non concordiamo con l'attribuzione in sottordine dell'amianto, della giustizia, del sindacato e "dei padroni", che sono proprio i veri fulcri su cui si basa tutta la storia. Noi consideriamo il libro indirizzato ad una intera massa e non per i risvolti che in esso possono essere intravisti, o attesi, a singoli lettori. Questo è un romanzo che presenta vari soggetti non secondari. L'amianto, specialmente a Piombino, è stato un fenomeno che ha avuto grande effetto sociale, con ripercussioni in campo economico, sindacale e legale. Soprattutto, però, è primario, come soggetto del libro, il concetto di "lavoro" che non evochi i timori di André Bresson, che scriveva: "Non se a niente essere vivi, se bisogna lavorare".
Libri correlati
Alberto Fiaschi
Le colpe dei deboli
Un romanzo per tante storie vere
2010
Prefazione di Jacqueline Monica Magi, copertina di Alberto Fiaschi

rassegna stampa
copyright | marco del bucchia marco del bucchia s.a.s. | p.i. 01859680462