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Il Tirreno (Pistoia) - 05.10.2007
Il Tirreno (Pistoia) - 05.10.2007
Editoria: Le due lune ed altre storie
Pistoia. È da pochi giorni in libreria "Le due lune ed altre storie" edito per i tipi Marco Del Bucchia di Viareggio (9 euro), un libro di Alessandro Mazzoncini composto di nove racconti. Racconti che si legano tutti alla sua terra, quella terra che "s'apre verso Firenze, ma i fiorentini ci hanno sempre respinto", e "verso una pianura e il mare, ma prima del mare c'è Lucca e con i lucchesi non c'è andata meglio che coi fiorentini". Quindi sono tutti naturalmente legati a Pistoia, ma - si può dire - guardano verso la Toscana (a parte brevi accenni ad escursioni extra regionali, come ad esempio in "Soccmel", dove al protagonista non mancano disavventure di notevole rilievo). E così la prima categoria letteraria rispettata - quella aristotelica di spazio - è subito salvata: la provincia di Pistoia in particolare, e la regione Toscana in generale è teatro in cui si dipanano tutti i fatti narrati. A corroborare questa affermazione interviene l'utilizzo del linguaggio, quello di tutti i giorni, talora antico e popolare al tempo stesso, qualche volta osceno, con stilemi che vanno indietro nei secoli. Fin oltre il dolce stil nuovo: il libro insomma è autenticamente toscano. Anche la seconda categoria aristotelica - quella del tempo - è rispettata nella sua essenzialità. Perché - a ben vedere - quello che accade nel racconto "Le due lune" potrebbe essere accaduto ai tempo di Marco Aurelio, come del resto l'"Anarchico Volante" a cavallo dell'ippogrifo, avrebbe potuto operare in modo analogo ai tempi dell'Ariosto. È insomma un tempo "storico" quello del Mazzoncini, che si richiama alla astoricità, perché i fatti di tutti i giorni narrati scavano dentro, nei luoghi più profondi dell'anima dell'uomo, in contesti che sembrano mutare, ma che in effetti mantengono la loro essenzialità. Queste due categorie - quelle dello spazio e del tempo - rispettate come appena sopra accennato, fanno si che il lavoro del nostro autore appaia in un contesto in cui il racconto è utilizzato come strumento semplice e versatile per rappresentare l'animo umano di sempre e, in questo modo, non è necessario alcun sforzo per riconoscere in ognuno dei personaggi dei racconti - che si può dire, cambiano nome, agiscono in situazioni diverse e operano talora in modo contraddittorio - una parte di noi o proprio noi stessi o il conoscente della porta accanto, o l'amico rompiscatole a cui siamo realment affezionati. Un modo, insomma di riscontrare in una modernità che si rincorre dati appartenenti a ogni generazione. È vero che Mazzoncini parla attraverso una modernità, che talora sconcerta: indubbiamente "quello che vide Berto Tesi" o "le barchette della Piera" potrebbero essere datati per l'"illuminista" del terzo millennio, ma che conosce se stesso e sa che certe credenze e determinati fatti continuano a stupirci - e talora non soltanto ci stupiscono - perché ognuno di noi, uomo di oggi e di sempre, mantiene il suo io e il suo modo di essere nel tempo e nello spazio. Quindi, qui ci viene rappresentata una Toscana che riesce a parlare con la lingua "comunicante" in primo luogo ai toscani attraverso notizie e fatti che erano veri ieri, che oggi fanno parte della nostra modernità e che domani - indubbiamente - faranno parte del nostro futuro.
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2007
Copertina di Adriana Bonetti

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