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0573 - 01.08.2009
0573 - 01.08.2009
La felicità? È dietro l'angolo!
di Alessandra Erriquez
La felicità è dietro l'angolo (come recita il titolo di un buon film francese del 1995 firmato da Etienne Chatiliez), o forse - ancora meglio - la felicità è dentro di noi. Magari non sarà facile trovarla, il percorso sarà impegnativo e soprattutto si dovrà avere la forza di guardarci dentro e - alle volte - di giudicarci, senza infingimenti e senza nasconderci dietro a scuse e a giustificazioni. È questo il messaggio che sembra volerci dare il bel romanzo di Maria Eva Paolini, un libro ben scritto e che si fa leggere - come si usa dire -, in cui la finzione si sovrappone e si alterna a spunti biografici. Un romanzo generazionale, se si vuol per forza etichettare e costringere in categorie, che può di certo essere definito sui generis. L'uso di tale aggettivo (generazionale) è infatti dettato perlomeno da tre fattori. Carla è figlia della sua generazione, una generazione che ha fatto rivoluzioni e che le ha senz'altro regalato forti stimoli, ma anche troppe illusioni. Carla, oggi moglie e madre, spesso vive un rapporto dialettico, quasi conflittuale, con i tre figli, omologati ad una generazione molto meno volitiva della sua. Ma ancor piú è motivato l'uso del termine "generazionale" dal terzo dei fattori identificati. Carla vive le proprie stagioni, le proprie "generazioni". Ora che appaiono le prime rughe e che il desiderio sessuale sembra affievolirsi, si trova quasi costretta a prendere coscienza di questo divenire. Tutto quel che noi leggiamo nel romanzo è filtrato attraverso i suoi occhi, proiettato dentro di lei in quell'unica, definitiva dimensione che, kantianamente, ingloba anche lo spazio: ovvero il tempo. E sono lí le "generazioni" piú intime, le sue "generazioni". Perché è da lí che parte la sua "ri-generazione". Non è una sconfitta, tutt'altro: è una presa di coscienza, è finalmente l'acquisizione di una compiuta maturità. Infatti cosa c'è Oltre l'illusione? Quell'illusione principalmente figlia dei suoi anni giovanile? Forse, semplicemente, c'è la capacità di accettare: gli altri, il mondo che ci circonda, noi stessi. I nostri difetti. Capire che propri lí sono le cose maggiormente piacevoli, in grado di rendere la vita degna di essere vissuta. Riuscendo a lasciar sedimentare, poi a "ruminare" e quindi a metabolizzare quel che ci avviene, nella tensione costante di fare quanto ci è possibile. Travando, alla fine, pace e felicità. Una felicità non facile, se mi è concesso il bisticcio di parole. Una felicità però cosciente e finalmente vera.
Libri correlati
Maria Eva Paolini
Oltre l'illusione
Romanzo
2009
Copertina di Glauco Dal Pino

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