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0573 - 01.04.2009
0573 - 01.04.2009
Poesia della luna, anzi due:
nove racconti in toscano autentico
di Edoardo Semmola
Due lune sono i fari che illuminano fiochi il mondo quando riusciamo a guardarlo attraverso il silenzio della notte, dalla doppia angolazione di una realtà spesso troppo crudele se non brutale, e di un'immaginazione quasi poetica, un sogno a occhio aperti, che sia capace di ingannare e incantare anche la morte. È forse questa la più intima e pura essenza della prosa semplice ma ricca di amore per la vita di Alessandro Mazzoncini. Con il suo "Le due lune", l'autore ci racconta una terra toscana di vagabondi, calciatori da piazza del mercato, vecchi Don Camillo di campagna. Troviamo protagonisti con nomi da commedia alla Mario Monicelli, come Lola, Berto, Romeo, Piera e Tersite, uomini e donne di vita che vivono avventure di morte, di gioco, di fantasia, come vecchi bambini un po' figli dell'immaginario disneyano e un po' nipoti del teatro popolare. Storie di angeli e diavoli e visioni. Storie sempre di corsa, contro il tempo e anche indietro, nel tempo, ma sempre fuori da ogni contesto temporale. Nove storie per novanta pagine che scavano nel vissuto e nella memoria di una periferia civile e sociale, dal lucchese al pistoiese, che sembra guardare (con diffidenza e forse lontananza) Firenze dai quattro punti cardinali, girandoci intorno senza mai volerci mettere piede. Quello di Mazzoncini è un linguaggio autenticamente figlio dell'esperienza popolare, che riporta il lettore tra la zuppa e la zappa in un'atmosfera di tramonti, di colline, vecchie chiese e fattorie, tavoli di legno cigolanti e ombre di cinghiali in lontananza. Un linguaggio che senza troppi giri di parole si potrebbe definire "toscanaccio", nel bene e nel male. E che proprio in forza di questa sua colorata e colorita caratteristica assume un ruolo importante come se non più del contenuto delle storie narrate. Semplice, famigliare, con parole impastate di terriccio e di acqua piovana, il linguaggio di Mazzoncini, il suo lessico duro, può far storcere il naso a causa di una natura brutalmente "sbrigativa" ma allo stesso tempo talmente onesta e veritiera che è impossibile non vivere e leggere accompagnata da un sorriso, e magari anche un fiasco di vino. Gabullo e Gabullino, Chattanooga choo choo, Il ritorno dell'Anarchico Volante, Le due lune – titolo di un racconto che dà il nome all'intera raccolta. Questi alcuni dei titoli (che volutamente non vogliono dire niente, non vogliono anticipare neanche un'immagine) che compongono "Le due lune", un libro che si legge in un soffio di vento di mare, e qualcosa di più di una semplice collezione di storie, piccole e grandi disavventure dell'esistenza: perché l'autore, sessantenne pistoiese, mette in fila questi nove racconti brevi come un canzoniere popolare tesse le fila della memoria di un popolo attraverso le canzoni tradizionali, o gli stornelli, apparentemente slegate tra loro, ma in fondo parte le une delle altre, come le pietre ruvide e diseguali con cui costruire un solido casolare di campagna.
"Le due lune", Marco Del Bucchia editore, 90 pagine, 9 euro.
Il "lettore" al debutto. Alessandro Mazzoncini nasce a Pistoia sessanta anni fa. È qui che ancora vive. "Le due lune" segna il suo debutto nel mondo della narrativa. Ex insegnante di educazione tecnica alle scuole medie di Quarrata e Lamporecchio, ora è in pensione. È sposato con Angela, anche lei insegnante, con cui ha avuto una figlia, Lucia, di 24 anni. Coltiva da sempre l'hobby della scrittura, ha iniziato da ragazzo sulla rivista "Il Ventiquattro". Ma il suo principale hobby è la lettura. Infatti non si definisce uno "scrittore", più che altro un "lettore". Dalla fine degli anni Settanta alla metà degli Ottanta è stato membro del "Centro studi e ricerche espressive" di Pistoia, che si occupava di teatro. Con il "Centro" ha rappresentato alcuni suoi testi e si è cimentato anche come attore.
Libri correlati
Alessandro Mazzoncini
Le due lune
E altre storie
2007
Copertina di Adriana Bonetti

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