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Il Tirreno (Viareggio) - 18.01.2009
Il Tirreno (Viareggio) - 18.01.2009
Ecco come Internet è diventata anche casa nostra
di Valentina Landucci
Marco Del Bucchia, editore viareggino, cita Federico Fellini. «Oggi - dice - internet è come il cinema: se non ci sei non esisti, come per Fellini per il quale esisteva solo ciò che la macchina da presa era in grado di immortalare». Dentro o fuori, versione ultramoderna dell'essere o non essere di Amleto. Come a dire: tutto si evolve ma le questioni di fondo restano le stesse. A cambiare sono gli strumenti che consentono di affrontare in modo nuovo i vecchi problemi, introducendo però elementi originali di riflessione. Uno su tutti: fino a che punto siamo liberi di scegliere quando navighiamo nella grande rete? Da qui vorremo partire per raccontare le abitudini di cinque cybernauti, giovani imprenditori versiliesi web-dipendenti per lavoro e per passione. Quelli che... internet. Anche i lavori più antichi oggi si fanno utilizzando la rete. Ne è un esempio Del Bucchia che pubblica libri di carta e li promuove, li vende, li distribuisce sul web. E come lui Francesco Venuto, giovane regista di Sky, esperto di televisione sedotto dal web e, oggi, anche editore della prima web television della Versilia, versiliaintv.com, tanto da sperare che «un giorno - afferma - questo strumento sia diffuso come la tv». Francesco vive con il web sempre a portata di mano perché le nuove tecnologie non sono solo il suo lavoro ma la sua passione. C'è chi, invece, usa internet prevalentemente come strumento professionale, come Alessio Pagni dell'agenzia di viaggi viareggina Il Vagero che ammette «l'unico difetto del web è che se si blocca la connessione resti tagliato fuori dal mondo, non lavori più. Praticamente non esisti». Altra dimostrazione di come della rete non si possa più fare a meno. Lo stesso vale per Andrea Berti, esperto di comunicazione, che non rinuncerebbe mai alla rete, tanto da essersi inventato una redazione virtuale, all'indirizzo www.redazionevirtuale.it: una boutique on line della notizia in tutte le sue forme, scritta, parlata, filmata. Se poi sono i politici, gli amministratori locali, a sposare le nuove tecnologie allora nascono esperienze originali - e a quanto pare apprezzate dal pubblico - come quelle messe in campo da Lucio Lucchesi, consigliere provinciale che, oltre ad utilizzare la rete nel proprio lavoro (ha una libreria a Massarosa), ha attivato un sito personale per "incontrare" i cittadini e gli elettori, confrontarsi con loro, raccogliere suggerimenti e critiche. I nuovi dei del web. Ricordate le ricerche che la maestra vi dava a scuola? Cose del tipo "L'origine dei vulcani" o "La scomparsa dei dinosauri"? Sussidiario e, nel migliore dei casi, enciclopedia alla mano tutti noi abbiamo compilato pagine e pagine di indagini sull'argomento del giorno. Oggi bastano un paio di clic. E non solo per fare i compiti a casa. La nuova era della "ricerca", scolastica o professionale, ha un nuovo dio: Google, tra i più diffusi motori di ricerca al mondo. Cinque su cinque, anche i nostri interlocutori non possono farne a meno. E con Google nell'Olimpo del web mettono anche un'altra dea: la posta elettronica. Il perché si intuisce facilmente: rapidità nell'acquisire conoscenze e nel comunicare con gli altri «anche a rischio - suggerisce Andrea Berti - di perdere un po' di se stessi in questo dialogo che è pur sempre virtuale»; e che «quasi mai - aggiunge Lucio Lucchesi - si traduce in un vero scambio culturale e sociale». Per non cadere nella "rete". Soli, nella propria stanza. Unico compagno: il computer. E migliaia di amici virtuali: persone in carne ed ossa che abitano dall'altra parte del globo o vicini di casa con i quali potresti chiacchierare affacciandoti alla finestra ma che preferisci sentire attraverso il filtro della rete. E' questo che diventeremo? Forse no. Le mode del momento, a cominciare dai social network sullo stile del diffusissimo Facebook, non contagiano tutti. Non i nostri interlocutori che, proprio perchè dipendenti dal web soprattutto per motivi professionali, preferiscono trascorrere il tempo libero lontano dallo schermo. A loro avviso, tuttavia, c'è il rischio che il web induca a scambiare la realtà per una serie infinita di zero ed uno tradotti sullo schermo in lettere, immagini e suoni. Ma rispetto a questi problemi c'è anche una strategia di difesa, cioè «conoscere internet - suggerisce Venuto - sapere che si tratta di un mezzo, uno strumento di lavoro, e non un fine». Una cura, questa, valida anche per altre cyber-patologie, a cominciare dall'omologazione, cioè il "fare tutti le solite cose" suggerito inconsapevolmente dalla rete che rappresenta una grande fonte di informazioni - tra i siti più cliccati ci sono spesso i portali on line di quotidiani e tv - ma anche di insidie «quando ai siti - aggiunge Del Bucchia - manca una certificazione di qualità» oppure «quando la casella di posta elettronica si riempie di spazzatura - conclude Pagni - con pubblicità sgradita e tentativi di truffa sul web».
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