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Il Tirreno (Empoli) - 07.01.2009
Il Tirreno (Empoli) - 07.01.2009
Il mistero infinito di Pratovecchio 1944
di Riccardo Cardellicchio
Claudio Biscarini è, tra i ricercatori di storia militare, uno tra i più attenti e ferrati. L'archivio nella sua abitazione di Sovigliana è ricco di documenti che è andato a scovare in giro per il mondo. La sua attenzione è concentrata, soprattutto, sulla seconda guerra mondiale. Cerca di mettere ordine in episodi non del tutto chiariti. Non per puro spirito revisionistico, ma per arrivare alla verità. E' chiaro che è un compito difficile, che può essere frainteso, in particolare da chi - culturalmente - non è disposto ad abbandonare la "verità" ottenuta da documenti carenti o da storici disattenti e/o frettolosi. È successo per la strage del duomo di San Miniato, ma anche per altri episodi meno noti della Toscana. Due i suoi lavori recenti. Il primo "Bombe su Siena" (Marco Del Bucchia editore). Ricostruisce gli avvenimenti della città e della provincia nel 1944. Il secondo è pubblicato nell'ultimo numero del "Bullettino storico empolese". Qui mette in dubbio la dinamica del fatto. Vediamo di cosa si tratta. Biscarini aggiorna, in base a documenti, l'uccisione di 29 uomini in piazza Ferrucci, il 24 luglio 1944, a Empoli. Fucilazione avvenuta ad opera dei tedeschi della 3ª Panzer-Granadier-Division. Le vittime: civili, tutti, rastrellati nel luogo in cui sarebbero stati uccisi dai partigiani 5 (o 7) soldati tedeschi. I partigiani si sarebbero trovati a Pratovecchio "in attesa di compiere quel balzo verso Empoli, prima dell'arrivo degli alleati", adombrato da Libertario Guerrini in "Il movimento operaio nell'Empolese 1861-1946". "In realtà, - scrive Biscarini - di questa "squadra" non sappiamo niente, a parte il fatto che abbandonò sul posto le armi". E in sessantaquattro anni e passa "nessuno si è fatto avanti a rivendicare l'appartenenza a questo gruppo". Neanche la ricerca, condotta all'Istituto Storico della Resistenza in Toscana, ha avuto esito positivo. Mistero. Come a lungo è stato un mistero il luogo della sepoltura dei soldati tedeschi. Scoperto, da poco, grazie ad alcuni documenti venuti in possesso di Giuliano Lastraioli, che spesso lavora insieme con Biscarini. Bene, da questi documenti risulta che i tedeschi morti a Pratovecchio vennero sepolti nel cimitero comunale di Vinci. Interrogativo conseguente e logico: perché fu scelto un luogo così distante e dove i tedeschi sepolti risultano quattordici? Non è escluso - ipotizza Biscarini - che la scelta derivò dal fatto che, nei pressi di Vinci, funzionava un ospedaletto da campo, dove morirono altri due tedeschi. Non è escluso nemmeno che i due fossero i superstiti dell'attacco, quelli che riuscirono a raggiungere il comando con la macchina e dettero l'allarme. Erano feriti gravemente, e morirono il, giorno dopo. Questo spiegherebbe perché in un rapporto tedesco si parla di cinque morti e non di sette, come annotato da Libertario Guerrini. Ma Biscarini avanza dubbi sulla dinamica dell'azione dei partigiani a Pratovecchio. In sostanza, mette in dubbio che i tedeschi siano stati vittime di un'azione a sorpresa. Quindi riporta la novità fornita da Carlo Gentile: i dati della Deutsche Dienstelle confermano lo scontro segnalando la morte di sei militari della 2.a compagnia del Granadier-Regiment mot. 29 (un caporale, quattro caporalmaggiori e un caporale anziano) avvenuta il 23 luglio a "Pratovecchio bei Empoli". Tutti uccisi da colpi d'arma da fuoco al capo e sepolti a Vinci. Di qui le considerazioni di Biscarini: "L'importanza di questa rivelazione, dovuta a un serio ricercatore a cui, certamente, non si possono muovere accuse di revisionismo storico, ci rafforza nei nostri dubbi. Senza niente togliere a quello che resta un crimine di guerra (le convenzioni internazionali proibivano le rappresaglie su civili inermi, ndr), sull'accaduto possiamo avanzare una seria ipotesi. L'auto con a bordo i militari si fermò, forse per chiedere la strada giusta per raggiungere il comando posto alla Villa del Terrafino. Alcuni, forse cinque, furono sorpresi e catturati perché non sospettavano, in quella zona piena di sfollati, alcun attacco. La successione degli spari udita dal Torcini (un testimone, ndr), e le notizie sulla causa della morte date dal dottor Gentile, ci portano a supporre che essi furono giustiziati con un colpo ala testa, mentre la raffica che fu sparata dallo Sten, arma assai imprecisa, che non avrebbe certamente permesso che tutti i militari fossero colpiti nella stessa parte del corpo, potrebbe aver ferito due militari rimasti seduti in auto. Dopo un po' di tempo, fattisi credere morti, costoro potrebbero aver messo in moto la macchina e, nonostante le ripetute grida di alt udite dal Torcini, avere raggiunto il loro comando, dare l'allarme e, successivamente, soccombere per la gravità delle lesioni sofferte. Se sorpresa ci fu, quel giorno a Pratovecchio, la subirono i tedeschi". Biscarini, in conclusione, afferma che Empoli non esce dalla memoria a senso unico. «Non si è mai svolta alcuna inchiesta ufficiale, né da parte anglo-americana e nemmeno italiana».
Libri correlati
Claudio Biscarini
Bombe su Siena
La città e la provincia nel 1944
2008

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