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Il Tirreno (Viareggio) - 09.12.2008
Il Tirreno (Viareggio) - 09.12.2008
L'epopea di Stipeto e Delfini Quei derby erano davvero nostri
di Emanuele Velani
Era il 1964 quando alcuni giovani marinelli si misero in testa di formare una squadra di calcio visto che nella zona c'erano parecchi bravi ragazzi con la passione del pallone, costretti a giocare in campetti di fortuna. Nacque così un gruppo sportivo chiamato lo Stipeto. Dirigenti. Lo Stipeto è un zona alle spalle della centralissima Tonfano, località balneare fra le più belle della Marina di Pietrasanta. Dalle infuocate riunioni fatte fra la pasticceria Versilia di Moreno Tetti e il bar La Pergola venne fuori il direttivo. Presidente fu nominato Paolo Bacci, un ragazzo con la passione e la predisposizione giuste per portare avanti una promessa difficile. Non da meno erano gli altri a cominciare da Moreno Teti che non ha ancora smesso e che a forza di mettersi le mani i tasca le ha consumate. L'appassionato e sanguigno Sergio Ramacciotti, pronto a discussioni a volta accese, ma sempre corrette nel nome dello sport. Giancarlo Ramacciotti un po' più calmo di suo fratello Sergio. Piero Ceragioli una pasta di ragazzo sempre pronto a darti una mano e mai fuori dalle righe. Carlo Corfini, lui era un po' nervosetto e quando le discussioni si facevano calde diventava scuro, più scuro di quello che è già. Bruno Pellegrini, grande tifoso, era sempre presente. Direttore sportivo, Roberto Pellegrini detto Gabetto, era lui l'anima tecnica che si occupava delle situazioni legate alla squadra e lo faceva con molto acume. Sacrifici. Il primo allenatore fu Lido Moschetti, non mi ricordo di lui, troppo tempo è passato, ma posso affermare con crtezza che se si è preso l'incarico di allenare quella squadra ha avuto una grande passione e un grande spirito di sacrificio come tutti i dirigenti. Qualcuno storcerà il naso quando sente parlare di sacrificio; in fin dei conti qual è il sacrificio, giocare al pallone? Fare il dirigente. Quei ragazzi per fare la partita di campionato dovevano andare al campo di Bicchio a Viareggio, perché era il campo loro assegnato; e tutte le domeniche mattina dopo il ritrovo alla pasticceria Versilia, dove Moreno e sua moglie Marta allungavano qualche cornetto, dovevano andare a Viareggio, chi con il motorino di qualche compagno fortunato, chi in macchina di qualche dirigente e chi in bicicletta, magari partendo un'ora prima. Allora se questo non è sacrificio ditemi voi cos'è. Ma questi sacrifici sono stati ripagati dalle grandi gioie che i ragazzi dello Stipeto hanno dato ai loro dirigenti, ma soprattutto ai loro tifosi. Hanno vinto tutto, campionati, coppe, tornei, erano veramente bravi. Vorrei ricordarli tutti ma la memoria mi frega, perciò nominerò solo uno di quei ragazzi e con lui un unico abbraccio, tutti gli altri. Come San Siro. Sergio Mariani, detto "Semina", era lui la vera bandiera di questa squadra. Finalmente dopo parecchi anni di andare e venire dal campo di Bicchio, il Comune di Pietrasanta si decise a prendere in affitto quel terreno che è diventato il campo del Sale, terreno brullo e duro con l'erba solo d'estate, due box per spogliatoi con cinque docce per parte, lo spogliatoio dell'arbitro nel mezzo e una stanza per le riunioni, ma per quei ragazzi era come essere a San Siro. I Delfini. Nella zona c'era un'altra società sportiva, ma che si occupava solo di nuoto e pallavolo; si chiamava «I Delfini», però visto che il successo che aveva la squadra dello Stipeto abbandonò la prima idea e si buttò nel calcio. Lo Stipeto intanto si era preso tutti i più bravi giocatori del posto, sia per la prima squadra, che per il settore giovanile. Ai Delfini non rimase altro che pescare nelle zone vicine a caccia di talenti soprattutto nella zona di Massa. Il presidente Mario Sigali cominciò a mettersi le mani in tasca seguito dagli appassionati dirigenti, Ennio Del Soldato, Ario Lucarini, Stefano Pasquini, Giando Puccetti, Benedetto Di Manno, Vittorio Ricci, Alvaro Gori. Questi signori, contrapposti ai bravi dirigenti dello Stipeto, fecero vivere momenti di esaltazione sportiva e tifo sfrenato, solo chi li ha vissuti può capire. Derby. Lo Stipeto in quel periodo era forte nel settore giovanile, io allenavo i ragazzi dei Delfini e negli scontri diretti le beccavo piuttoste sonore, mentre a livello di prime squadre la situazione era più favorevole ai Delfini. Le due squadre militavano in Terza categoria e quindi c'era il derby. Si cominciava a parlarne quindici giorni prima, sia alla Pergola, che al bar Margherita, alla Pasticceria Versilia si incontravano i tifosi delle due squadre ed era un beccarsi continuo con qualche parola sopra le righe fino a sfiorare la rissa.Questa era l'aria che si respirava in quel periodo. La domenica del derby già dal mattino fra un cappuccino e un cornetto alla pasticceria di Moreno Tetti e un Campari al bar Margherita il derby era cominciato. Nessuno a memoria d'uomo ricorda che per una partita di Terza categoria vi fossero intorno al campo di gioco qualcosa come quattro o cinquecento persone e dico poco. Tutta Marina di Pietrasanta era coinvolta, ma anche gente che veniva da fuori solo per il gusto di vedere quello spettacolo. Per anni. La storia delle due squadre andò avanti per anni e ogni volta c'era qualcosa che inaspriva il tifo come per esempio il cambiamento del direttore sportivo, Roberto Pellegrini che dallo Stipeto passò ai Delfini come pure l'amico allenatore, Roberto Simonini. In tutto questo tempo caratterizzato dalle partite infuocate dagli sfottò giornalieri dalle cene perse chi aveva vinto veramente era il pallone quello giocato con il cuore, quello giocato per puro divertimento, quello senza drammi, quello che dopo una partita giocata nel fango o sotto la pioggia ti lasciava pienamente felice qualunque fosse il risultato. Lo Stipeto aveva un'altra mentalità, curava molto il settore giovanile più che la prima squadra, al contrario dei Delfini, poi anche loro si decisero a dare spazio ai giovani e incaricarono il sottoscritto ad allenare i ragazzi che venivano tesserati. Piccoli eroi. I miei piccoli e grandicelli eroi erano quelli che non avevano voluto lo Stipeto e quindi un po' scarsini eccetto alcuni tanto che vincemmo la prima partita dopo averne perse nove di fila, mentre lo Stipeto allenato dal grande e bravo Franchino Lombardi detto Pagliaio mieteva successi.E' facile caro Franchino vincere con i gemelli Ceragioli, con Giorgino Lazzeri, con Massimo Ceragioli Canù, con Andrea Venturini, con Marco Lombardi "Beba", Iacopucci, Ricci, con Gerardo Coluccini il più bravo, il più tecnico, un ragazzo che avrebbe potuto ambire a platee più importanti e con il quale ho un feeling d'affetto particolare. Lui da bambino veniva nel letto fra me e mia moglie e ogni tanto lo portavo a caccia con la Tartuccera, come diceva lui Gerardo e il nipote di mia moglie. Ciao Gerry, insieme a tua zia ti vogliamo bene. Memorie. Intanto anche i miei ragazzi erano diventati competitivi e il grande Stipeto non ci batteva più. Marco Bottari il portiere bravissimo, ma un po' svampito si metteva a chiaccherare con il pubblico dietro la porta e raccoglieva il pallone dentro. Silvietto Gaina, un metro e 60 di nervi e coraggio, non aveva paura di nessuno. Paolo Baldi si presentava alla partita con un pezzo di pane casalingo farcito di biroldo o salsiccia, lo finiva, giocava e non ha avuto mai mal di stomaco. Giorgi uno spilungone tanto che nessuna maglia gli ricopriva l'ombellico, Rinaldino un peso piuma che toccava la palla da Dio, il Forlì altro portiere mattarellino, Marco Frati tecnica e giusta cattiveria lo facavano inamovibile per la squadra, mio figlio Federico e mio nipote Alessandro piedi buoni, ma troppo egoista con la palla volevano fare cose troppo difficili per loro quella era giocare al calcio. Enry Del Soldato il figlio del mio presidente, un driblatore che piuttosto che darti la palla si ridibblava da sé. A fine partita lo riprendevo, ma la risposta era "mi sono divertito". Infine i 4 pupilli Andrea Vitali, Stefano De Franceschi, Massimiliano Paolicchi, Daniele Taccola. Questi ragazzi passati tutti in prima squadra dopo la benedetta fusione hanno fatto risparmiare un sacco di soldi ai dirigenti di allora, primo perché non costavano niente, visto che erano prodotti del vivaio, senza alcun compenso e poi essendo di Marina prendevano poco di rimborso. Anche Maurizio Lari ha giocato nei giovanissmi nella mia squadra, era bravo e passò al Viareggio. Tanti ne ho nominato, molti sono rimasti nella memoria. Mi dispiace purtroppo per quelli che mi sono dimenticato. Vi abbraccio tutti come quando scendevate in campo. Tristezza. Per dovere morale nel nome di tanti sportivi marinelli devo chiudere questa lunga storia sportiva con una nota triste, la morte di Marco Pedonese avvenuta in seguito di uno scontro con un ragazzo della stessa squadra. Lui è Enrico Bazzighi, oggi è un uomo dedito al suo lavoro (titolare di un bagno), ma quando qualcuno gli chiede di quella tragedia la gioia si chiude e parole non vengono fuori. Marco Pedonese dopo la partita venne a casa tranquillamente tanto che la sera uscì con gli amici per andare a mangiare la pizza, durante la notte si sentì male e da quella notte non è più con noi. Il dolore dei genitori lo sgomento e la rabbia degli amici è ancora palpabile. Basta andare al campo sportivo a lui intitolato e vedere la scultura del suo viso innalzata su un blocco di marmo con sotto scritto: "a Marco Pedonese". I ricordi riaffiorano e un pizzico di emozione ti prende. Il libro. Su storie come queste, e sui campetti che non ci sono più, è stato realizzato un libro - edizioni Marco Del Bucchia - che raccoglie molti articoli pubblicati dal Tirreno. "Giocavamo a pallone" (182 pagine di testimonianze, aneddoti e foto d'epoca) è andato a ruba ma è tornato in edicola con una ristampa a cura dell'editore. Se desiderate acquistarlo (7,90 euro) potete rivolgervi al vostro edicolante, o telefonare: 0584 433093.
Libri correlati

Giocavamo a pallone
Dalle pagine del quotidiano "Il Tirreno", i "campetti perduti" della Versilia nei ricordi di tanti appassionati
2008
A cura di Fabrizio Brancoli, Roy Lepore, testimonianze di e su Giancarlo Antognoni, Pierluigi Collina, Eugenio Fascetti, Marcello Lippi, Paolo Maldini

rassegna stampa
copyright | marco del bucchia marco del bucchia s.a.s. | p.i. 01859680462