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Il Tirreno (Viareggio) - 28.10.2008
Il Tirreno (Viareggio) - 28.10.2008
Eccidio: in tv il silenzio della tragedia
di Donatella Francesconi
Roma. «Che ragazza... è la prima presidente dell'Anpi che mi sta simpatica». Smorza così la tensione forte, nel camerino del salotto tv più famoso d'Italia, Giampaolo Pansa. È il pomeriggio di ieri, manca poco alla registrazione di una puntata di "Porta a Porta" che vedremo prossimamente. Pansa incontra Didala Ghilarducci, segretaria dell'Anpi di Viareggio, protagonista della puntata insieme a un altro versiliese, il sindaco di Stazzema Michele Silicani. È un dibattito teso e atteso, parla di eccidio e di partigiani, di libertà e di morte, di giustizia e di storia. "Porta a Porta" nel palinsesto è stato rinviato (forse stasera, forse domani) ma la registrazione sta per iniziare. Il libro "Partigiana per amore" (ediz. Marco Del Bucchia) spunta dalla borsa di Didala e finisce dritto nelle mani di Pansa che, interdetto, poi replica: «Non ricambierò dandole i miei libri. Non le farebbero certo piacere». Tra il trucco e un caffè Pansa e Ghilarducci parlano fitto, seduti vicino. Lei argomenta, contesta le posizioni dell'interlocutore in merito alla lotta di liberazione e ai mesi che seguirono, quelli che lui spesso definisce un clima da resa dei conti. Lui butta lì: «So che lei ha perso suo marito. Erano tempi convulsi». Poi, rivolto a sindaco Silicani, incuriosito, domanda: «Che giunta c'è a Stazzema?». «Di centrosinistra», è la risposta. Pansa commenta: «Allora avete resistito...». «Abbiamo resistito». Con la stessa frase, ore dopo, Didala Ghilarducci commenta lasciando gli studi Rai di via Teulada. Il dibattito è finito e fuori dalla Rai Didala è circondata dagli studenti dello storico liceo Mamiani, accompagnati da una professoressa che si rivolge al sindaco di Stazzema chiedendogli la documentazione della sentenza sulla strage di Sant'Anna. Sono quelle pagine che Silicani rileggeva e approfondiva da giorni, per prepararsi a un dibattito molto sentito. Ospiti di Bruno Vespa, oltre ai due versiliesi, erano anche il direttore del quotidiano Liberazione Piero Sansonetti, la senatrice del Pd Anna Maria Serafini, lo storico Lucio Villari, Ernesto Galli della Loggia, l'attore Michele Placido (è l'interprete del film "Il sangue dei vinti" tratto dal libro di Pansa), il giornalista GIancarlo Mazzuca, ex direttore di Qn e oggi parlamentare Pdl. Nel racconto dei protagonisti, a pochi minuti dopo la fine della registrazione, c'è un punto chiave. La storia di Sant'Anna e dell'eccidio del 12 agosto 1944 ha fatto irruzione nel clima inevitabilmente surriscaldato del talk-show di Vespa, grazie al racconto della Resistenza, vissuta dalla partigiana che sulle montagne versiliesi ha perso il padre di suo figlio. «I partigiani a Sant'Anna non c'erano - ha affermato, dura, la segretaria dell'Anpi - e i tedeschi, fin lassù, ce li portarono i fascisti». Quando il racconto è sfumato, la discussione si è fatta alta. Pansa e Villari si sono confrontati e scontrati a lungo sul dopoguerra e sulla tesi di una possibile "svolta sovietica" nell'Italia liberata. In questo quadro si sarebbero consumate le esecuzioni sommarie contate in Emilia Romagna, secondo la posizione espressa da Mazzuca. Ospiti e pubblico parlano di un botta e risposta durante il quale si è sfiora più volte la rotta di collisione. E lì, nel clou del dibattito, si aperto come uno squarcio, che ha ospitato la scena più tragica del film di Spike Lee. Siamo sulla piazza della chiesa di Sant'Anna, gli unici rumori il crepitio dei mitra e le grida dei civili. Il racconto dei protagonisti del dibattito, di nuovo, consente di vivere quello che è accaduto in studio. Quando quell'evocazione terribile si è interrotta, nella sala è piombato il silenzio. Sansonetti commosso, più di una testa che si abbassava, gli occhi a cercare un punto dove guardare. Fino a quando, in un sussurro, sono arrivate le parole di Didala Ghilarducci: «Come si fa, davanti a queste immagini, a discutere come avete fatto voi finora? Non c'è davvero ragione di stare qui a fare discussioni». La risposta del conduttore è stata un volantino incorniciato: è dell'epoca, indirizzato alla popolazione versiliese, datato 29 luglio 1944, firmato dal comando delle Brigate Garibaldi. Invita la popolazione alla resistenza passiva. Il volantino della discordia. Il sindaco di Stazzema non si fa trovare impreparato. «Negli atti del processo e nei giudizi degli stessi storici - ricorda Michele Silicani - quel volantino è stato valutato un falso». Non fu quella, insomma, «la causa scatenante della strage nazifascista - Silicani sottolinea più volte "nazi" e "fascista" - che fu pianificata a tavolino, come dimostra il numero delle divisioni tedesche presenti in zona». A sostegno degli ospiti versiliesi arrivano i sondaggi di Mannheimer, forse un po' a sorpresa: la maggioranza degli interpellati è d'accordo sul fatto che i soldati della Repubblica di Salò non vadano considerati forze militari legittime. E inoltre gli italiani rispondono di conoscere il significato della parola Resistenza. Gli stessi studenti che vediamo sciamare in via Teulada, all'uscita, sono quelli che erano in studio. Quelli che hanno fatto scoppiare un applauso, per sottolineare quasi in tono liberatorio l'ultimo commento della segretaria dell'Anpi. «Ci sono morti - ha concluso la "partigiana per amore" - che hanno combattuto per una causa giusta. E c'è, invece, chi stava dalla parte sbagliata. Non si può stravolgere la storia».
Libri correlati
Didala Ghilarducci
Partigiana per amore
Storie di quotidiano eroismo
2007
Prefazione di Stefano Bucciarelli

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