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Il Tirreno (Lucca) - 27.09.2006
Il Tirreno (Lucca) - 27.09.2006
Ialuna, lo scrittore che insegna pallacanestro
Lucca. Non aveva tanta voglia di studiare, nè voleva faticare e sudare per allenarsi. Così è passato dall'altra parte del muro e ha deciso che da grande avrebbe fatto l'insegnante: di lettere tra i banchi di scuola; di pallacanestro sul parquet. Ma Bruno Ialuna, 51 anni, montecatinese doc, dalla scorsa stagione alla guida del Nuovo Basket Altopascio in serie C2, sembra aver trovato il modo per allungare il tempo e le giornate. Perchè la scuola media di Larciano (dove è docente) e la palestra di via Marconi ad Altopascio (dove allena) non gli bastano. Così trova il modo, e il tempo, per scrivere libri (e vincere premi); fare il direttore artistico della festa in rosa, dedicata alle donne, che si svolge ogni anno ad Arezzo; fare il direttore della Borsa del turismo sportivo che porta a Montecatini 1300 operatori del settore. Può bastare? Forse no. Perchè in passato Ialuna è stato impegnato attivamente anche in politica e ha ricoperto la carica di assessore alla cultura e alla pubblica istruzione nella giunta di centrosinistra della città termale. Ma non ha fatto quello cui aspirava: il giornalista. «Collaboravo con alcune testate, con Superbasket, Gente Viaggi e mi fu proposto di andare a Milano, dove avrei potuto essere assunto. Ma non me la sentivo di lasciare la scuola - anche se ero precario - e soprattutto di andare via da Montecatini». Lo stesso motivo per cui non ha mai allenato una grande: poteva fare il vice coach in serie A, a Firenze o Pistoia, o andare in Francia. Invece non se l'è sentita di staccarsi dalla sua città, di fare il pendolare, di trovarsi una stagione al nord e un'altra magari al sud. Troppo forte il legame con il suo ambiente, con gli affetti, con gli angoli e le strade di tutti i giorni. Dall'ippodromo, dove andava sempre da ragazzo, alle palestre che ha cominciato a frequentare a 14 anni. Poi a 18 era nel gruppo con Morini, Zucconi e Tommei, allenatori che hanno fatto la loro strada. «Allenavo le giovanili senza prendere un soldo - ricorda Ialuna - non è come oggi che un giovane per entrare in palestra e fare l'istruttore chiede subito lo stipendio». Altri tempi, tempi in cui Ialuna scopriva la pallacanestro in televisione. «La prima partita che vidi era Reyer Venezia - Biella. 1970, mi affascinò quella squadra che giocava nella chiesa della Misericordia sconsacrata, al secondo piano di quell'edificio che aveva i soffitti affrescati. E ne divenni tifoso, portandomi dietro fino a oggi la passione per quei colori». Altri tempi. Nella Reyer c'era un americano, Hawes, che affascinava come tutti gli atleti che venivano dagli States e il basket era in grande espansione, un esempio per gli altri sport, un grande laboratorio. «Poi tutto è precipitato - dice Ialuna - quando si è voluto copiare il calcio senza averne il seguito e i mezzi economici, senza lavorare sulla base». E fa un esempio, che calza per Altopascio: una realtà come quella del Nuovo Basket, che raggruppa 150 ragazzi, sarebbe assistita ben diversamente in altri Paesi: «In Francia sarebbe la federazione a intervenire e a far costruire un palasport se il Comune non può farlo». Da Montecatini a Chiesina il tragitto è stato breve. Inversamente proporzionale alla durata del suo rapporto con quella società che allora, era il 1982, militava in promozione. Ialuna è rimasto seduto 23 anni sulla panchina di Chiesina. «Come ho fatto a resistere tanto a lungo? E' presto detto: mi sono trovato bene, c'era unità d'intenti, stima reciproca e passione per la pallacanestro. Firmai per un anno, poi ci sono rimasto per 23. E se non fossi venuto via io il matrimonio sarebbe continuato». Per far capire che tipo di gruppo si era formato a Chiesina, Ialuna dice: «La squadra è rimasta composta dagli stessi giocatori per 12 anni. I ragazzi vivevano in simbiosi, facevano tutto insieme, anche le vacanze. Uno di loro, Focosi, poteva andare in serie B. Rifiutò il contratto per restare con noi, che abbiamo raggiunto due volte la C nazionale». Poi il grande distacco, lo scorso anno, e la decisione di accettare la guida del Nuovo Basket Altopascio. Un'altra società vicino casa, un'altra comunione di intenti con il presidente Sergio Guidi e i dirigenti. Altri stimoli per creare un movimento intorno alla prima squadra. «Se un allenatore di settore giovanile vince il campionato ma ha iniziato la stagione con 15 ragazzi e l'ha conclusa con 8 in realtà ha fallito. Perchè ha perso per strada 7 ragazzi». Un concetto che esprime nel migliore dei modi l'idea di basket di Ialuna. Si gioca per divertirsi e le persone vengono prima dei giocatori. Senza perdere nessuno. Un ragazzo va seguito comunque, anche se non ha le doti per emergere, deve restare nel gruppo, darsi da fare. In futuro sarà padre e potrà portare il figlio in palestra. E' così che si crea la cultura del basket, che si lega la società al territorio. «Bisogna creare un movimento tale - dice il coach - per cui sempre più ragazzi di Altopascio arrivino a giocare in prima squadra». L'obiettivo della stagione agonistica? «Ripetere almeno il risultato della scorsa stagione, cioè centrare i playoff promozione». La passione per i libri però permane. A ottobre, per i tipi Del Bucchia, uscirà una raccolta di autori toscani che comprende un racconto di Ialuna, un giallo. Una storia scritta di notte, rubando il tempo al riposo per un volume che avrà la prefazione di Francesco Guccini. E la politica? «Ho fatto un voto, devo disintossicarmi per 10 anni. Come quando uno si droga».
Libri correlati
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Pistoia gialla e noir
Racconti
2006
Prefazione di Francesco Guccini, racconti di Loriano Macchiavelli, Marco Vichi, Riccardo Cardellicchio, Matteo Bortolotti, Bruno Ialuna, Enrico Solíto, Riccardo Parigi, Massimo Sozzi, Daniele Nepi, Paola Alberti, Rossana Giorgi Consorti, Giuseppe Di Bernardo, Fabrizio Santucci, Giuseppe Previti, Stefano Fiori, Susanna Daniele

rassegna stampa
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