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La Repuibblica - 28.08.2005
La Repuibblica - 28.08.2005
Versilia-Maremma il brivido corre sulla costa
di Fulvio Paloscia
Firenze. C' è un rivolo di sangue che macchia il marmo delle Apuane, striscia giù fino al mare versiliese e poi fluisce sulla costa pisana per insinuarsi nelle zolle riarse dell' amara Maremma. Una liquida, sottile linea rossa che attraversa le pagine di alcuni libri che hanno letteralmente invaso i già affollati scaffali estivi del giallo: sono racconti e romanzi che tirano fuori l' anima più torbida e noir del Tirreno, l' ombra inquieta acquattata tra le pieghe di una costa troppo sorridente per essere vera. «Chissà, forse il volto reale del litorale toscano è quello raccontato in queste storie che trasudano suspense» dice Graziano Braschi, fiorentino, esperto di gialli di chiara fama, talent-scout, scrittore lui stesso, anima di una «scuola toscana» del giallo che, dice lui, «non esiste». Esistono attitudini più o meno spiccate, localizzazioni, fermenti. Come quello versiliese, al quale è dedicata l' antologia V edita da Marco del Bucchia (10 euro): contiene racconti inediti di scrittori nati qui, come Giampaolo Simi, Rossella Martina, Divier Nelli, ai quali vanno aggiunte due voci non presenti in raccolta, Roby Paglianti (poliziotto a Forte dei Marmi, autore di Spaghetti e delitti, Laurum, 9 euro) e Andrea Santini, «che ha detto una cosa importante per capire l' identità del noir che ha radici qui: "A Viareggio ci sono tre cose in abbondanza: acqua, rena e ignoranza". E per ignoranza, è da intendere quella ruvidezza di carattere tipica dei versiliesi, che si rispecchia nel linguaggio aspro, rude frequentato da questi narratori, violento e sarcastico. I legami con l' humor nero e grottesco di Viani sono evidenti, ma anche quelli con la malinconia elegiaca di Tobino». Il peso della memoria, nei giallisti di Versilia, è forte: «La tragedia della guerra, la sanguinosa presenza dei tedeschi nell' entroterra, gli eccidi sono qualcosa con cui fare i conti - prosegue Braschi - come gli episodi più turpi della cronaca nera: il caso Lavorini non è stato ancora rimosso, il suo clamore ha influenzato il modo di trattare il delitto dei narratori versiliesi. Cioè: gli effetti negativi e offensivi si ripercorrono sull' intera comunità, e non solo sui diretti interessati. E questa memoria necessaria che spinge i giallisti di Viareggio e dintorni a consultare gli archivi della polizia della zona, logico punto di partenza per ogni scrittore di suspense che si rispetti, qui diventa compulsivo». Un senso spiccato per l' indagine sociale, una forte coscienza ideologica e politica sono le doti di scrittori pisani come Athos Bigongiali, Antonio Tabucchi (maestro della suspense in molte opere) o d' adozione come Adriano Sofri («ma che aspetta a scrivere un giallo?» si chiede Braschi) che si riscontrano anche in Paola Alberti e Renzo Zucchini, i due «indigeni» presenti nella raccolta Giallo pisano (Felici, 9 euro), dove il brivido aleggia su una città operaia e universitaria, concreta e dotta, «nella cui economia si scontrano vecchio, nuovo e nuovissimo: spunto ottimo per storie gialle». Anche l' aura esoterica dei tortuosi vicoli di Maremma, per non parlare del dna etrusco, potrebbero essere ottimi punti di partenza per intricati noir: ma Gileo Galli (di Manciano), Dario Desideri (di Pitigliano) e l' enigmatico J.P.B., presenti con i loro racconti in Giallo di Maremma (Laurum, 10 euro), smorzano il sovrannaturale che trasuda dalla terra e dal tufo di questi luoghi «con una grande voglia di verità, di realtà cronachistica. Rimane comunque una grande attenzione al paesaggio, alla natura sconvolgente, inquietante e tranquillizzante oltre misura che per primi Fruttero e Lucentini, con Enigma in luogo di mare, seppero descrivere negli aspetti più torbidi».
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I migliori giallisti toscani raccontano amore e morte in Versilia
2005
Prefazione di Valerio Varesi, racconti di Nino Filastò, Giampaolo Simi, Mario Spezi, Riccardo Parigi, Massimo Sozzi, Rossella Martina, Daniele Nepi, Graziano Braschi, Divier Nelli, Leonardo Gori

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