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Il Tirreno (Massa-Carrara) - 17.07.2015
Il Tirreno (Massa-Carrara) - 17.07.2015
Da Amedeo Nazzari allo 007 di Craig, le cave in celluloide
di David Chiappuella
Le Apuane hanno sempre stimolato i registi ecco una breve guida alle pellicole più famose. CARRARA. Carrara e le cave di marmo, oltre che nel documentario "12 dicembre" (1972), realizzato da Pier Paolo Pasolini in collaborazione con Lotta Continua, in cui vengono intervistati alcuni cavatori di Colonnata sulle morti bianche, sono state rappresentate dal cinema, italiano e non, in molti altri film, alcuni dei quali importanti, anche se bisogna riconoscere che le montagne ed i luoghi apuani risultano sfruttati soprattutto in termini paesaggistici e scenografici. Un censimento di queste pellicole è nel volume "Il cinema delle Apuane" (2013), scritto da Fabrizio Borghini e Umberto Guidi, edito da Marco Del Bucchia. I due giornalisti e studiosi di cinema, pur dimenticando il documentario pasoliniano, individuano altri 38 film girati, in tutto o in parte, nella provincia apuana, dal periodo del muto al 2012. Il primo è "Carrara, train sortant d'un tunnel", un documentario sulla ferrovia marmifera di Fantiscritti, la linea privata utilizzata dal 1876 al 1964 per trasportare i blocchi di marmo dai monti al piano. La pellicola fu girata nel 1897, appena due anni dopo l'invenzione del cinema ad opera di Auguste e Luis Lumière. Secondo qualcuno essa sarebbe stata realizzata proprio dai due fratelli francesi. Altri, invece, tra cui Borghini e Guidi, preferiscono attribuirne la paternità all'operatore Giuseppe Filippi. Il primo film sonoro girato a Carrara risulta invece "La Fossa degli angeli" (1937), diretto da Carlo Ludovico Bragaglia, interpretato da Amedeo Nazzari e Luisa Ferida, i divi più famosi del cinema fascista. La pellicola, tratta da un soggetto del commediografo e scrittore carrarese Cesare Vico Lodovici, vuole fondere insieme documentario e dramma. Sullo sfondo delle cave si svolge la vicenda del film, che descrive la rivalità tra due compagni di lavoro, innamorati della stessa donna. Ancor più sul versante melodrammatico si collocano due film successivi, diretti da Raffaello Matarazzo: "I figli di nessuno" (1951) ed il suo seguito "Angelo bianco" (1955). Entrambe le opere, interpretate ancora da Nazzari, affiancato ora da Yvonne Sanson, mettono al centro della storia le relazioni sentimentali tra i protagonisti, relegando sullo sfondo le cave ed i loro lavoratori, utilizzati come strumento ideologico della narrazione, per evidenziare l'umanità del protagonista, un conte proprietario di cava e la spietatezza del "cattivo", incarnato da un capo cava sfruttatore, secondo uno schema manicheo tipico di questo cinema. Carrara torna protagonista sul grande schermo nel 1960, con "La strada dei giganti", diretto da Guido Malatesta, bizzarro ibrido pseudo-storico dalle cadenze ed i modi del western, che, ambientato nel 1859, ruota intorno alla costruzione della marmifera. Il film narra la vicenda dell'ingegnere americano Clint Farrel, inviato a Carrara dalla granduchessa di Parma Maria Luisa di Borbone, decisa a dotare il suo piccolo Stato di una ferrovia. Gli austriaci, però, la ostacolano, mandando sabotatori di tutti i tipi, inclusa una contessina che seduce l'ingegnere. Del 1965 è invece "Il tormento e l'estasi", diretto dall'inglese Carol Reed, kolossal di produzione Fox sulla vita di Michelangelo, interpretato da Charlton Heston, in cui le montagne di Carrara compaiono quando l'artista, in crisi creativa, vi si rifugia dopo l'ennesimo dissidio con papa Giulio II. Nel 1987 esce "Good Morning Babilonia" di Paolo e Vittorio Taviani, storia di due fratelli, scalpellini delle Apuane, emigrati negli Usa nel 1910. Nel 1992 Carlo Verdone, come regista ed attore, porta sullo schermo "Al lupo al lupo", una commedia incentrata su due fratelli e una sorella che si mettono alla ricerca del padre, famoso scultore, scomparso da giorni, che, alla fine, viene ritrovato dai protagonisti nella cava Cattani, dove si è ritirato per trascorrere gli ultimi anni della sua vita. Di marcata impronta carrarese è anche "Notte senza fine. Amore, tradimento, incesto" (2004) , esordio nel lungometraggio di Elisabetta Sgarbi, sorella del critico d'arte Vittorio, la quale ambienta l'episodio "Incesto", interpretato da Anna Bonaiuto, nella cava di Morlungo. Il bacino estrattivo di Fantiscritti appare invece nella superproduzione "007 Quantum of Solace" (2008), come scenario dello spettacolare inseguimento automobilistico che apre la pellicola, diretta da Marc Forster ed interpretata da Daniel Craig, per la seconda volta nei panni di James Bond. Carrara, però, non viene citata e la sequenza sembra ambientata vicino al lago di Garda. Nel 2011 il regista napoletano Toni D'Angelo, figlio del celebre cantante Nino, gira a Carrara il suo secondo film, "Da stella a stella", un noir su due cavatori che si disputano l'amore di una bella ragazza, venuta ad abitare in un borgo vicino agli agri marmiferi. Quest'ultima pellicola, dunque, si ricollega alla tradizione del cinema di Matarazzo, concentrandosi più sul sentimentalismo e il melodramma a tinte fosche che sulla realtà delle cave e degli abitanti di Carrara. Da questo breve excursus sul rapporto tra il cinema e le cave carraresi si deduce che esse, quasi sempre, sono state utilizzate esclusivamente come sfondo scenografico, anche se - va detto - il caso di Pasolini rappresenta certamente un'eccezione assai rilevante rispetto a questa tendenza. Nessun altro film, a parte il suo, ha mai cercato di addentrarsi veramente nella realtà sociale ed economica di questi luoghi per raccontare il rapporto, complesso e spesso contradditorio, che lega la città alle montagne ed al marmo, suo bene più prezioso.
Libri correlati
Fabrizio Borghini, Umberto Guidi
Il cinema delle Apuane
I set e i protagonisti
2013
Prefazione di Chiara Sacchetti

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