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Il Tirreno (Viareggio) - 27.08.2008
Il Tirreno (Viareggio) - 27.08.2008
Giocavamo a pallone, dalle pagine del giornale ecco il libro sui campetti
Viareggio. Il viaggio di "Giocavamo a pallone" è durato più di un anno, dal primo articolo del 21 luglio 2007 a queste righe che state leggendo. Un viaggio che approda ora a una tappa importante, per certi versi indimenticabile. Quando nasce un libro bisogna far festa, è sempre un evento. "Giocavamo a pallone" - 182 pagine, edizioni Marco Del Bucchia - sarà nelle edicole da domani, abbinato al "Tirreno" a un prezzo speciale. Raccoglie le emozioni di tantissimi nostri lettori, senza i quali il viaggio non sarebbe potuto esistere. Oggi, alla vigilia del lancio del libro, pubblichiamo il testo della prefazione. Giocavamo a pallone perché era facile. Lui rotolava e noi gli andavamo dietro, poi cercavamo di fermarlo o di spingerlo da un'altra parte; non era così complicato. Giocavamo a pallone per conoscerci, per diventare amici e nemici, per conquistare trofei di legno, per apprezzarci, misurarci. A volte per riscattarci o mortificarci. Ci appassionavamo. Vivevamo piccoli drammi, solenni trionfi, effimeri principi di sfida. E, naturalmente, ci divertivamo. Non a caso, alcuni di noi continuano a farlo, nei campi sintetici di calcetto, anche da adulti, nell'età in cui i ricordi mettono la freccia e sorpassano i progetti. Andavamo nei campetti perché per noi erano stadi. Noi non vedevamo la sabbia e i sassi, ma l'erba ben rasata e le righe tracciate con il gesso come nei campi dei professionisti. Ah, la fantasia non ci mancava. Tant'è vero che molti di noi si sentivano anche campioni, e qualcuno lo era, o lo sarebbe diventato, anche se non lo sapevamo. Questo libro raccoglie le impressioni, le esagerazioni, i ricordi nitidi o vaghi di chi, in Versilia, ha giocato a pallone e non a calcio, quando le partite non erano nei campi veri ma nelle radure delle pinete, nei campi incolti o sulle spiagge. Generazione dopo generazione, dalla Fontanella di Viareggio alla Rocca di Pietrasanta, da un angolo all'altro della Versilia, nelle frazioni, nei paesi, un calcio da antiquariato dei sentimenti, o quantomeno da modernariato, da collezionare con cura e da non disperdere. Non è un manuale, non è un repertorio e non è un'enciclopedia ragionata; è solo una selezione parziale, umorale e rigorosamente arbitraria. Probabilmente queste pagine elencheranno anche nomi, dati e luoghi inesatti; ma sono... fedelmente inesatti, nel senso che riportiamo i ricordi della gente, qualche realtà precisa, qualche storia romanzata e moltissime vicende depositate nella memoria, nell'anima. Il libro contiene personaggi, immagini, aneddoti, verità e opinioni, ma soprattutto spera di contenere emozioni. E' il risultato di un'inchiesta giornalistica che per la verità non era stata dettagliatamente pianificata. Proprio come una partita di pallone improvvisata: in redazione al "Tirreno" abbiamo avuto un'idea, siamo andati in campo e abbiamo cominciato a giocare senza sapere quanto sarebbe durata, o con quale risultato si sarebbe concluso tutto. Volevamo raccontare una cosa vera - i giornali dovrebbero servire a questo, no? - e cioè che decine e decine di scenari sportivi di un tempo erano scomparsi. Sono nati impianti meritori, spogliatoi, club, scuole calcio e attività giovanili, ma il pallone estemporaneo non c'è più, o quasi. Supermercati, parcheggi e appartamenti a schiera hanno prima impostato e poi vinto questa selezione della specie, in cui i nostri campetti e le nostre partite hanno fatto la parte dei dinosauri estinti. Questo era l'intento. Ma settimana dopo settimana e pagina dopo pagina, ai servizi dei giornalisti si sono affiancati i racconti dei lettori, le loro continue segnalazioni, le fotografie che ci hanno inviato. A un certo punto la partita ci è piaciuta talmente tanto che abbiamo deciso di giocarne un'altra, questa. Realizzare un volume che testimoni la storia e la geografia dei dribbling e dei cross di una volta, le liti e le amicizie, gli orgogli, le ferite, le tragedie, i riscatti di questo approccio calcistico alla vita, tra figurine panini e domeniche sportive, coppe dei campioni e tornei dei bar. Molte delle persone citate non avranno cittadinanza sugli schermi dei computer, nelle liste-giocatori delle playstation; eppure, sull'erba spelacchiata dei campetti, sono stati protagonisti di un'epica. E di un'epoca. ("Giocavamo a pallone", dalla prefazione di Fabrizio Brancoli e Roy Lepore)
Libri correlati

Giocavamo a pallone
Dalle pagine del quotidiano "Il Tirreno", i "campetti perduti" della Versilia nei ricordi di tanti appassionati
2008
A cura di Fabrizio Brancoli, Roy Lepore, testimonianze di e su Giancarlo Antognoni, Pierluigi Collina, Eugenio Fascetti, Marcello Lippi, Paolo Maldini

rassegna stampa
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